Sono stati mesi di lavorìo non solo
ipogeo e, per ora, senza ancora costrutto, quelli della
Giunta del Niente, in dialogo (forzato) con la propria maggioranza.
Ma andiamo con ordine.
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Sappiamo che l’attuale contratto per la raccolta rifiuti
tra Comune di Vercelli (cliente) e Asm Vercelli (fornitore) è motivo di
continue criticità.
Alle quali – quando timidamente eccepite dal
Cliente Comune - il Fornitore (Asm) che però ha al proprio interno il Socio
Padrone (Iren) ribatterebbe (sono rumors palatini recenti, ma non sono una
novità) con uno dei soliti espedienti verbali.
Che suona più o meno così: ma come?!
E’ vero che saltiamo a piè pari intere prestazioni
del contratto, ma la colpa è vostra perché non vi decidete a dirci quale
raccolta vorrete fare in futuro.
In pratica: si rompe un camion?
È necessario assumere altro personale?
Non possiamo scegliere che camion comprare per
sostituire quello rotto e non possiamo sapere quanto personale effettivamente
occorrerà, perché, a seconda della decisione che il Comune prenderà (raccolta
puntuale differenziata, cassoni interrati, raccolta puntuale solo in alcune
zone della città, oppure ancora tutto uguale ad ora) cambiano molto le
carte in tavole.
Poi capita che l’esercente di un bar
stia anche più di una settimana prima che passino a svuotargli il cestino dei
rifiuti sul vialetto di fronte (udita con le nostre orecchie
dall’interessato, che si è dovuto rivolgere “in alto loco” per vedersi vuotato
il cestino) ma nessuno dice niente.
In alto loco: perché, come sempre capita quando la democrazia
è a rischio (pesiamo le parole, perché Iren non la elegge nessuno, ma
comanda gli eletti dal popolo) ciò che è un diritto viene concesso come
un favore.
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Però, pare che sia vicina una svolta.
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Dopo mesi di lavorìo inconcludente, sono rimaste
sul tappeto le seguenti ipotesi.
Vediamole una per una e, per quello che siamo
riusciti a sapere, anche con i costi o sovraccosti relativi e conseguenti.
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PRIMA
SOLUZIONE: NESSUN CAMBIAMENTO
Tutto resta come ora.
Soltanto, si implementa (sorveglia?) un po’ il
contratto, per ottenere che il Fornitore – Socio padrone Asm Vercelli tenga un
po’ più pulito il sedime attorno ai cassonetti.
Che restano, dunque, il sistema di raccolta: gialli
per la plastica, verdi per il vetro.
Insomma, la conservazione
dell’esistente.
E’ la tesi che in Giunta è portata avanti
dall’Assessore a tutto ed in particolare alle Partecipate, Luigi Michelini.
Se Michelini dice una cosa è perché la pensa anche
il Sindaco e questo non è un dettaglio, anche se pare che, almeno per ora, il
Sindaco, così pari pari, non l’abbia ancora detta: forse si limita a pensarla.
Questa soluzione non porterebbe costi ulteriori, né (non
è automatico, ma ci siamo vicini) un aumento della Tari.
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SECONDA
SOLUZIONE: RACCOLTA BLENDED
Sarebbe quella vagheggiata dall’inedito, ma già
affiatato tandem neocostituitosi tra Assessore diversamente utile al decoro
(e ridiamo) urbano e Presidente del Consiglio Comunale.
Di che si tratta?
Bisogna sapere che una forma di raccolta puntuale (porta
a porta, che perciò elemina la necessità dei cassonetti) è già da qualche
anno praticata e senza particolari criticità ai Cappuccini.
Allora, il duo avrebbe pensato (pare – ed è ben
strano – senza chiedere il permesso di pensare a nessuno, perché al momento non
avrebbero sponde) questo: estendiamo il sistema attuato ai Cappuccini, a
tutti i quartieri e zone che stanno al di fuori della cerchia dei Viali.
Quindi, ad esempio: Canadà, Ospedale, Villaggio
Concordia, e via discorrendo.
Dentro alla cerchia dei Viali si
continua con i cassonetti.
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La soluzione avrebbe una certa logica, alla luce,
soprattutto, della impossibilità apparente di vedere i sacchi con l’immondizia
in strada a giorni alterni in zone come quelle del Centro Storico.
Pare che, all’udire questa proposta, Iren Asm abbia
chiesto un sovrapprezzo, rispetto all’attuale contratto in essere, per una
somma a 5 zeri.
Non solo per il sovraccosto, ma anche perché si
tratta di una cosa nuova, la proposta sconta l’opposizione dell’Assessore
Michelini.
Il Socio padrone Iren, poi, sarebbe restìo a
soluzioni intermedie: pare voglia o tutto campo o tutto prato.
Ma, soprattutto, voglia fare un’altra cosa ancora.
Cioè fare come a Torino, cioè togliere gli attuali cassonetti
dalle strade per sostituirli con i cassoni smart.
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TERZA
SOLUZIONE: CASSONI SMART
COME
QUELLI DELL’AMIAT DI TORINO
Di cosa si tratterebbe?
Si tratterebbe di costituire varie (e numerose)
“isole” in molti punti della città, dove la gente va a conferire i propri
rifiuti.
Perché intelligenti?
Perché, appunto, si mette il vetro in un
sottocassone del vetro, la sghinga in quello dedicato alla sghinga, la plastica
pure ha un suo cassone e via discorrendo.
Ma non è che uno residente
– per esempio – in Via Tasso possa andare a buttare la roba nel cassone di
Corso Libertà.
Se no che Smart sarebbe?
Non potrebbe farlo perché, per aprire il cassone
intelligente, l’utente avrebbe a disposizione una qualche forma di chiave
(elettronica, o meno) che gli consentirebbe di aprire solo i cassoni assegnati
alla sua zona di residenza.
La proposta, per ora, non piace praticamente a
nessuno, ma amen.
Piace ad Iren.
Comporterebbe un forte investimento iniziale, ma poi
il costo del Personale sarebbe ridottissimo, in quanto basterebbe un solo
Operatore per ogni mezzo impiegato per la raccolta.
Il mezzo, ovviamente, sarebbe diverso dagli attuali
ed è forse per questo che, se oggi va in obsolescenza uno degli attuali camion,
quelli aspettano a sostituirlo.
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QUARTA
SOLUZIONE: SI INTERRANO I CASSONETTI
Nessuno la prende sul serio, ma è dall’inizio del
mandato che i Consiglieri che oggi costituiscono il Gruppo di “Cambiamo” (punto
interrogativo: Cambiamo? Boh vediamo cosa dice Ladislao dopo che ha preso
ordini dal Gruppo del Pasqua), ma prima erano della Lega, Donatella
Demichelis e Tullia Babudro dicono: vogliamo che i cassonetti siano messi dentro
a delle buche, sotterrati, così non si vedono.
Quando Thelma e Louise formulano questa proposta
tutti gli altri ridono, ma di nascosto, perché sono necessarissime per alzare
la mano a sostenere la Giunta del Niente.
Allora tirano fuori la storia che, se si scava in
centro storico, vengono fuori i resti della Vercelli antica e la Soprintendenza
blocca tutto.
Il costo di questa operazione sarebbe di circa 80
mila euro a buca.
E’ chiaro che ogni buca sarebbe chiusa da un
coperchio, ma per ora è inutile approfondire troppo i particolari (peraltro non
ancora oggetto di analisi dei costi di esercizio) perché, intanto, non si procederà
mai.
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QUINTA
SOLUZIONE:
SI
DIFFERENZIA SOLO LA PLASTICA
Mentre discutevano su un po’ tutte le ipotesi,
sembra che, ad un certo punto, il Presidente di Asm Vercelli, Angelo
D’Addesio, abbia avuto una pensata ed abbia incaricato qualche ufficio di
fare due righe di conti.
Bisogna sapere che, se si effettuasse meglio la
raccolta e poi il conferimento della plastica, il “rifiuto materia prima” che
ne deriverebbe, sarebbe plastica più “pulita” e quindi più vendibile.
Ciò comporterebbe un valore aggiunto dei nostri
rifiuti di plastica, di un 2 – 300 mila euro l’anno (dicunt).
Ecco che, allora, Luigi Michelini si sarebbe
illuminato, al modo di Edi, la lampadina di Archimede Pitagorico: allora
lasciamo i cassonetti verdi del vetro e facciamo la differenziata smart solo
per la plastica.
Proprio come avrebbe voluto fare Maura Forte nel
2018, quando Lega, Forza Italia e soci buttarono a mare la proposta, perché: o
si tolgono tutti i cassonetti, o non ha senso togliere solo quelli gialli.
Per inciso, va detto che, allora, non soltanto la
proposta non faceva risparmiare 2 – 300 mila euro, ma Atena Asm chiedeva un
sovrapprezzo contrattuale proprio di 300
mila euro.
Di passaggio osserviamo che, allegato a questo
articolo (quello linkato appena sopra), c’è un comunicato della Lega (2018) che analizza i disservizi e
diseconomie di Atena Asm.
Era la Lega vera, quella prima delle elezioni del
2019.
Una volta la Lega ce l'aveva duro.
