Se la vittoria ha cento padri e la
sconfitta ĆØ orfana, questa batosta che il Centrodestra si
prende a SanthiĆ non ha, forse, nessuna madre.
Ma ha di sicuro due padri: Paolo Tiramani ed Alberto
Cortopassi.
Ma andiamo con ordine.
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1. MONARCHI,
FEUDI, FEUDATARI, VASSALLI, VALVASSINI, VALVASSORI
Bisogna, però, soprattutto per evitare il rischio di
banalizzare, oppure di andare a rimorchio delle suggestioni del momento, partire
un poā da lontano.
SicchĆØ il Lettore ĆØ pregato di concedere il consueto
supplemento di pazienza ed attenzione, oppure, in una alternativa forse più
utile, pensare alle molte altre cose da fare durante la giornata.
PerchĆ© il ācasoā SanthiĆ ĆØ sintomatico della fase
politica apertasi nel Paese, dal 1994 in poi, con lāavvento sulla scena di
Forza Italia ed ĆØ appena ovvio che non si possa del tutto analizzare con
qualche costrutto, se non riconducendolo a quei riferimenti e ad un contesto
più ampio.
Non soltanto perchĆ© āil Mondo ĆØ tutto attaccato
insiemeā, come diceva qualche nostro vecchio e sapiente amico, ma perchĆ©
non succede nulla di nuovo, in fondo, sotto il sole.
E qui non ĆØ soltanto un vecchio amico che parla, ma
il Qoelet.
E chi per lui.
Inoltre, per chi ami approfondire ben oltre il poco
che può sapere chi scrive, ecco tre letture utili.
La prima,
la seconda,
la terza.
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2. PREMESSA CHE SI PUOā TRANQUILLAMENTE
SALTARE A PIEā PARI, SE SI VUOLE ESAMINARE LA VICENDA DI SANTHIAā, ISOLATA DAL
CONTESTO POLITICO: Eā AL CAPITOLETTO Ā NUMERO 6 -
Dunque, riassumendo, che succede?
Succede che, dal 1994, si afferma nel Paese non
soltanto una nuova forza politica, ma acquistano diritto di cittadinanza lāidea
e la prassi di una inedita forma partito, che prescinde dai vincoli e dai
processi della democrazia interna: il partito (pure se partito ādi massaā)
si āliberaā, butta a mare, i percorsi democratici di selezione del
personale politico.
In cosa consistessero quei percorsi non ĆØ difficile
ricordarlo.
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I partiti erano strutturati come āassociazioniā di
persone, anche nel senso ācivilisticoā del termine.
Infatti: āTutti i cittadini hanno diritto di
associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a
determinare la politica nazionaleā ā Art. 49 della Costituzione.
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Lāattenzione si appunta, soprattutto e non
da oggi, sul significato (meglio: sui significati) che si attribuisce alla
locuzione ācon metodo democraticoā.
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Cāerano, prima di tutto, i āsociā, gli
iscritti al partito.
Riuniti in Sezioni o Circoli territoriali o
ambientali (qualcuno si ricorderĆ i āGipā ā gruppi di impegno politico ā
nellāambito, ad esempio, dellāOspedale o di grandi fabbriche).
Lāassemblea degli iscritti di Sezione eleggeva il
Direttivo ed il Segretario politico.
Ciò avveniva puntualmente, ad ogni scadenza: di tre,
massimo quattro anni.
Quegli Organismi avrebbero poi dialogato con le
altre forze politiche dei rispettivi territori, per stabilire, ad esempio,
alleanze e candidati ai Consigli Comunali.
Le Sezioni territoriali, insieme, davano poi vita ai
Congressi provinciali.
Dai quali usciva selezionato e, soprattutto,
legittimato, il personale politico provinciale (il soggetto decisore più
importante, cosƬ individuato dagli statuti nazionali), che poi avrebbe
determinato le candidature ai livelli omologhi e proposto quelle regionali ed
al Parlamento nazionale.
Lāonere del āProvincialeā non era, peraltro, solo
quello di designare i candidati alle varie tornate elettorali: era soprattutto
quello di dettare e, poi, tenere monitorata la linea politica, verificandola
periodicamente con gli eletti nelle Istituzioni e la ābaseā.
CosƬ via, fino alla elezione dei vertici nazionali
dei partiti.
Quel processo democratico assicurava una positiva
e virtuosa selezione meritocratica del personale politico?
Non necessariamente, non āontologicamenteā e,
comunque, non sempre.
Ma il punto non ĆØ questo.
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Con lāavvento di Forza Italia si afferma, al
contrario, unāorganizzazione di partito neo feudale, che ben presto fa scuola
non tanto o soltanto negli statuti degli altri soggetti politici (statuti
che qualche foglia di fico la conservano, a proposito di democrazia interna
ādal bassoā), ma, soprattutto, nel costume politico.
Ed ĆØ proprio sul piano del costume, che
spesso trova spazio il malcostume politico.
Molti i fattori convergenti a determinare il nuovo
orientamento, non ultimo la progressiva verticizzazione dei sistemi elettorali,
sempre più orientati a promuovere lāelezione (apparentemente) diretta
dei Legali Rappresentanti delle Istituzioni.
Esiziale, poi, la sostanziale privazione del potere
di selezione (che prima era in mano ai cittadini ā elettori ed ora ĆØ
saldamente nella disponibilitĆ dei vertici nazionali di partito) e designazione
dei candidati al Parlamento.
Soprattutto, vanno ai candidati preferiti dai capi
(non dagli elettori) i Collegi più sicuri e promettenti.
Il Parlamentare
diventa tale perchĆ© conquista non giĆ la āpreferenzaā del cittadino elettore,
ma quella dei capi partito.
In tal modo, i vertici nazionali dei partiti sono gli unici a
promuovere al Parlamento unāaspirante, piuttosto di un altro.
Il sistema si è involuto: non più la promozione dal
basso, ma la cooptazione dallāalto dei rappresentanti del popolo.
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Non ha mai perso significato lāavvertimento di Aldo
Moro, che ammoniva lucidamente sui rischi di una eccessiva semplificazione
dei processi di democrazia interna dei partiti: le regole con le quali selezioniamo
i nostri Dirigenti, fatalmente si trasferiranno nei sistemi elettorali che
saranno la āgrigliaā deputata a filtrare i percorsi della democrazia nel Paese.
Prediche ā avrebbe detto Luigi Einaudi, nel 1955
ā inutili.
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PerchĆ© appuntare lāattenzione proprio o prevalentemente su
Forza Italia?
Perché è la prima forza politica che ha
potuto esprimere Parlamentari e rappresentanti del popolo ai vari livelli nella
guida delle Istituzioni, a non avere mai celebrato, dal 1994 ad oggi, un
Congresso Nazionale per eleggere i propri dirigenti.
Anche ai livelli locali le esperienze congressuali
sono state a macchia di leopardo albino, rare, diafane, inconcludenti.
In provincia di Vercelli, lāultima di cui vi sia
memoria (che, forse, par di ricordare, fu anche la prima) risale al
2012, quando furono eletti Coordinatore e Vice Coordinatore provinciali,
Davide Gilardino e Lillo Bongiovanni.
