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TRIPPA PER I GATTI / 784 - Donatella Demichelis e Tullia Babudro passano al Gruppo di Fratelli d'Italia - Lesa Maestà per il Gruppo del Pasqua - Ululati minacciosi dalla Valsesia, tirate d'orecchie al Ghiottone, insomma, il finimondo

In Consiglio Comunale il Gruppo della Lega, partito con 12 Consiglieri, se ne ritrova 10, ma presto nove e forse anche otto - Tutto da rifare per gli Assessorati e per il Consiglio Provinciale - Per il Ras questo è davvero troppo

Brutti momenti per il Gruppo del Pasqua.

Dopo la batosta di Santhià,

arriva ora quella

(peraltro, non difficile da prevedersi)

di Vercelli.

Ma andiamo con ordine.

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PREMESSA CHE, QUESTA VOLTA, E’ MEGLIO NON SALTARE A PIE’ PARI.

Bisogna sapere che, nel corso dell’ ultimo Consiglio Comunale (30 settembre), i due Consiglieri di “Cambiamo” (il partitino fondato dal Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti) Tullia Babudro e Donatella Demichelis, hanno osato firmare un

Ordine del Giorno

insieme a Michelangelo Catricalà (ex 5Stelle, ora nel Gruppo Misto).

Cosa chiedeva l’Ordine del Giorno?

Sostanzialmente questo: il Comune dia un contributo a coloro che devono fare il tampone per avere il green pass, in quanto non vaccinati.

A tutta prima, nel Gruppo della Lega si è anche un po’ discusso se accogliere o meno l’Ordine del Giorno, perché, in fondo, questa è proprio la linea del Segretario nazionale Matteo Salvini.

Discuti oggi, discuti domani, ad un bel momento, sulla chat dei Consiglieri Comunali leghisti di Vercelli, pare sia arrivato (riferiscono usignuoli solitamente bene informati) un ukase dal Capataz valsesiano: io lo respingerei.

Riferito, ovviamente, all’Ordine del Giorno di Babudro, De Michelis, Catricalà.

E, da quel momento in avanti, lette le tre parole pronunciate dall’Oracolo, tutti si sarebbero studiati di appecorarsi.

E, così, si sono iniziati gli esercizi, i piegamenti ad acutangolo (più profondi ancora di quelli semplici, ad angolo retto).

E giù a dire che l’Ordine del Giorno era scritto con i piedi.

E giù a dire che l’Ordine del Giorno non teneva conto delle prerogative di Regione e Stato.

Tanto per avere scuse per non votarlo: come se, quando qualche testo non soddisfa appieno, non esistessero gli strumenti degli emendamenti e vari, sempre peraltro praticati a iosa proprio dalla Lega, quando stava all’Opposizione.

E giù, insomma, a ripercorrere le strofe della immortale poemetto goliardico di Hertz Debenedetti, quando il popolo riverisce il sovrano, nella celebre parodia classicheggiante “Ifigonia”.

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Sicchè, in Consiglio Comunale, la Lega ha votato contro Salvini.

Ma è tutto normale o, meglio, riconducibile ad una paradossale normalità, perché – come i fatti dimostrano ogni giorno di più – ormai la Lega in Comune di Vercelli pare essersi rassegnata a sembrare un’appendice del Gruppo del Pasqua.

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Sicchè è toccato al buon Romano Lavarino (Capogruppo di quel che resta del gruppo sempre più sfoltito, ma, soprattutto, attendente politico del Ras Valsesiano e del Ragioniere Capo del Comune di Borgosesia) prodursi in uno spettacolo veramente deprimente affidato a sillogismi che, se proprio si ha il gusto per queste cose, sono del resto reperibili integralmente nel repertorio streaming della seduta, sul sito del Comune.

Insomma: i Consiglieri Comunali della Lega a Vercelli vogliono che i tamponi per avere il green pass non siano a prezzo ulteriormente agevolato o gratuito per i Lavoratori che, da venerdì 15 prossimo, dovranno esibirlo per entrare al lavoro.

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Com’è, come non è, l’Ordine del Giorno è stato, invece, sostenuto dai Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia (Martina Miazzone, Stefano Pasquino, Carlo Riva Vercellotti, Simone Boglietti Zacconi).

Non abbastanza (anche se si sono uniti i rappresentanti di Voltiamo pagina, Paolo Campominosi ed Andrea Conte) per farlo approvare a maggioranza.

Anche perché ha votato per il “no”, insieme alla Lega, il Gruppo del Pd (assenti Carlo Nulli Rosso e Maura Forte), assecondando le pulsioni suicide che ormai fanno di Alberto Fragapane e “compagni” un’entità che, politicamente, ricorda i lemmings.

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Ma amen.

Quell’esperienza dev’essere, però, servita.

Insieme, forse, ad un’altra.

Bisogna sapere, anche, che il referente politico piemontese del partitino di Giovanni Toti è tal Senatore Massimo Vittorio Berutti, da Tortona.

Ebbene, nei mesi scorsi si è – chissà perché – diffusa la convinzione che il Berutti non sia mai stato del tutto impermeabile ai pissi pissi bao bao sussurratigli da qualche intraprendente Parlamentare leghista, che avrebbe in più occasioni suggerito a lui cosa, a sua volta, suggerire alle due Consigliere di Vercelli.

Sarà vero? Non sarà vero?

Gli usignuoli che così gorgheggiano saranno bene informati?

E chi lo sa?!

E, soprattutto, e chi se ne frega?!

Non è questo ormai il tempo per rinvangare.

Bisogna, infatti, tornare all’oggi.

Dunque, Babudro e Demichelis passano al Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale di Vercelli.

Il Che significa che il Gruppo è ora (per ora) costituito da ben sei Consiglieri, oltre ai recipiendari.

Dunque è il secondo, Gruppo Consiliare del Comune, quanto a consistenza numerica e sta tallonando il primo, quello della Lega.

Che, partito con 12 Consiglieri nel 2019, se ne trova ora 10, ma diciamo virtualmente già nove e potrebbe scendere a breve a otto.

STA VENENDO GIU’ IL MUNICIPIO

E uno potrebbe dire: vabbè, ma tutto sommato sono fatti loro, i problemi della vita sono ben altri.

Sacrosanta verità.

Senonchè pare che, invece, pare stia venendo giù il Municipio.

Dalla Valsesia giungono ululati minacciosi.

C’è persino aria di crisi.

Lo stesso Alberto Cortopassi potrebbe entrare in crisi di identità politica.

Lui che del Gruppo del Pasqua è praticamente il numero due, di fatto si trova ad esercitare, ovunque stia ed a prescindere da dove stia, il Vice facente funzione di Paolo Tiramani.

E pare proprio che il Ras valsesiano questa non l’abbia presa affatto bene.

Sicchè è assai verosimile pensare che abbia dato al suo Vicario una bella tirata d’orecchie: si sarebbe fatto sfuggire la cosa di mano.

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Ma perché, se fosse, una reazione così rabbiosa?

Intanto perché l’operazione segnala che il Ras non controlla tutto, come piace credere.

Ma, soprattutto, perché la variazione dei pesi politici in Consiglio Comunale a Vercelli rimette tutto in discussione.

In primo luogo: adesso non si sa più chi rappresenti la già politicamente smunta composizione della Giunta, dell’Esecutivo, degli Assessori nominali che attorniano il Sindaco Andrea Corsaro.

E’ ancora ragionevole che la Lega abbia tanti Assessori?

Che li abbia Forza Italia?

Soprattutto: per fare che cosa?

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In secondo luogo, questo travaso di Consiglieri del Comune di Vercelli rimette tanto, se non tutto, in gioco anche a proposito delle ormai imminenti elezioni del Consiglio Provinciale.

Delle quali abbiamo già accennato nei giorni scorsi.

Già la lista sarà tutta da rifare perché, tra una rinuncia ed una epurazione, bisognerà trovare almeno altri due, se non tre, nomi di candidati: ma questo sarebbe ancora il minimo.

Ma, poi, non è affatto detto che i Consiglieri potranno essere gli stessi che la Lega aveva ottenuto.

Più che (umanamente) comprensibile, dunque, l’incazzatura valsesiana.

Se le Opposizioni fossero volgari come certi leghisti, parlerebbero, magari, di Maalox ed altri lenitivi delle gastriti, ma sono livelli che gli Elettori forse non gradirebbero.