Brutti momenti per il Gruppo del Pasqua.
Dopo la batosta di Santhià,
arriva ora quella
(peraltro, non difficile da prevedersi)
di Vercelli.
Ma andiamo con ordine.
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PREMESSA CHE, QUESTA VOLTA, E’ MEGLIO
NON SALTARE A PIE’ PARI.
Bisogna sapere che, nel corso dell’ ultimo Consiglio
Comunale (30 settembre), i due Consiglieri di “Cambiamo” (il partitino fondato
dal Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti) Tullia Babudro e Donatella
Demichelis, hanno osato firmare un
Ordine del Giorno
insieme a Michelangelo Catricalà (ex 5Stelle,
ora nel Gruppo Misto).
Cosa chiedeva l’Ordine del Giorno?
Sostanzialmente questo: il Comune dia un contributo
a coloro che devono fare il tampone per avere il green pass, in quanto non
vaccinati.
A tutta prima, nel Gruppo della Lega si è anche un
po’ discusso se accogliere o meno l’Ordine del Giorno, perché, in fondo, questa
è proprio la linea del Segretario nazionale Matteo Salvini.
Discuti oggi, discuti domani, ad un bel momento, sulla
chat dei Consiglieri Comunali leghisti di Vercelli, pare sia arrivato (riferiscono
usignuoli solitamente bene informati) un ukase dal Capataz valsesiano: io
lo respingerei.
Riferito, ovviamente, all’Ordine del Giorno di
Babudro, De Michelis, Catricalà.
E, da quel momento in avanti, lette le tre parole
pronunciate dall’Oracolo, tutti si sarebbero studiati di appecorarsi.
E, così, si sono iniziati gli esercizi, i piegamenti
ad acutangolo (più profondi ancora di quelli semplici, ad angolo retto).
E giù a dire
che l’Ordine del Giorno era scritto con i piedi.
E giù a dire
che l’Ordine del Giorno non teneva conto delle prerogative di Regione e Stato.
Tanto per avere scuse per non votarlo:
come se, quando qualche testo non soddisfa appieno, non esistessero gli
strumenti degli emendamenti e vari, sempre peraltro praticati a iosa proprio
dalla Lega, quando stava all’Opposizione.
E giù, insomma, a ripercorrere le strofe
della immortale poemetto goliardico di Hertz Debenedetti, quando il
popolo riverisce il sovrano, nella celebre parodia classicheggiante “Ifigonia”.
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Sicchè, in Consiglio Comunale, la Lega ha votato
contro Salvini.
Ma è tutto normale o, meglio, riconducibile ad una
paradossale normalità, perché – come i fatti dimostrano ogni giorno di più
– ormai la Lega in Comune di Vercelli pare essersi rassegnata a sembrare un’appendice
del Gruppo del Pasqua.
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Sicchè è toccato al buon Romano Lavarino (Capogruppo
di quel che resta del gruppo sempre più sfoltito, ma, soprattutto, attendente
politico del Ras Valsesiano e del Ragioniere Capo del Comune di Borgosesia) prodursi
in uno spettacolo veramente deprimente affidato a sillogismi che, se proprio si
ha il gusto per queste cose, sono del resto reperibili integralmente nel
repertorio streaming della seduta, sul sito del Comune.
Insomma:
i Consiglieri Comunali della Lega a Vercelli vogliono che i tamponi per avere
il green pass non siano a prezzo ulteriormente agevolato o gratuito per i
Lavoratori che, da venerdì 15 prossimo, dovranno esibirlo per entrare al
lavoro.
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Com’è, come non è, l’Ordine del Giorno
è stato, invece, sostenuto dai Consiglieri Comunali di Fratelli d’Italia (Martina
Miazzone, Stefano Pasquino, Carlo Riva Vercellotti, Simone Boglietti Zacconi).
Non abbastanza (anche se si sono uniti i
rappresentanti di Voltiamo pagina, Paolo Campominosi ed Andrea Conte) per
farlo approvare a maggioranza.
Anche perché ha votato per il “no”,
insieme alla Lega, il Gruppo del Pd (assenti Carlo
Nulli Rosso e Maura Forte), assecondando le pulsioni suicide che ormai fanno
di Alberto Fragapane e “compagni” un’entità che, politicamente, ricorda
i lemmings.
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Ma amen.
Quell’esperienza dev’essere, però, servita.
Insieme, forse, ad un’altra.
Bisogna sapere, anche, che il referente politico
piemontese del partitino di Giovanni Toti è tal Senatore Massimo Vittorio
Berutti, da Tortona.
Ebbene, nei mesi scorsi si è – chissà perché – diffusa
la convinzione che il Berutti non sia mai stato del tutto impermeabile ai pissi
pissi bao bao sussurratigli da qualche intraprendente Parlamentare leghista,
che avrebbe in più occasioni suggerito a lui cosa, a sua volta, suggerire alle
due Consigliere di Vercelli.
Sarà vero? Non sarà vero?
Gli usignuoli che così gorgheggiano
saranno bene informati?
E chi lo sa?!
E, soprattutto, e chi se ne frega?!
Non è questo ormai il
tempo per rinvangare.
Bisogna, infatti, tornare all’oggi.
Dunque, Babudro e Demichelis passano al Gruppo di
Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale di Vercelli.
Il Che significa che il Gruppo è ora (per ora)
costituito da ben sei Consiglieri, oltre ai recipiendari.
Dunque è il secondo, Gruppo Consiliare del Comune,
quanto a consistenza numerica e sta tallonando il primo, quello della Lega.
Che, partito con 12
Consiglieri nel 2019, se ne trova ora 10, ma diciamo virtualmente già nove e
potrebbe scendere a breve a otto.
STA
VENENDO GIU’ IL MUNICIPIO
E uno potrebbe dire:
vabbè, ma tutto sommato sono fatti loro, i problemi della vita sono ben altri.
Sacrosanta verità.
Senonchè pare che, invece,
pare stia venendo giù il Municipio.
Dalla Valsesia giungono ululati
minacciosi.
C’è persino aria di crisi.
Lo stesso Alberto Cortopassi potrebbe entrare
in crisi di identità politica.
Lui che del Gruppo del Pasqua è praticamente il
numero due, di fatto si trova ad esercitare, ovunque stia ed a prescindere da
dove stia, il Vice facente funzione di Paolo Tiramani.
E pare proprio che il Ras valsesiano questa non l’abbia
presa affatto bene.
Sicchè è assai verosimile pensare che abbia dato al
suo Vicario una bella tirata d’orecchie: si sarebbe fatto sfuggire la cosa
di mano.
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Ma perché, se fosse, una reazione così
rabbiosa?
Intanto perché l’operazione segnala che il Ras non
controlla tutto, come piace credere.
Ma, soprattutto, perché la variazione dei pesi
politici in Consiglio Comunale a Vercelli rimette tutto in discussione.
In primo luogo:
adesso non si sa più chi rappresenti la già politicamente smunta composizione
della Giunta, dell’Esecutivo, degli Assessori nominali che attorniano il
Sindaco Andrea Corsaro.
E’ ancora ragionevole che la Lega abbia tanti Assessori?
Che li abbia Forza Italia?
Soprattutto: per fare che cosa?
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In secondo luogo, questo travaso di
Consiglieri del Comune di Vercelli rimette tanto, se non
tutto, in gioco anche a proposito delle ormai imminenti elezioni del Consiglio
Provinciale.
Delle quali abbiamo già accennato nei giorni scorsi.
Già la lista sarà tutta da rifare perché,
tra una rinuncia ed una epurazione, bisognerà trovare almeno altri due, se non
tre, nomi di candidati: ma questo sarebbe ancora il minimo.
Ma, poi, non è affatto detto che i
Consiglieri potranno essere gli stessi che la Lega
aveva ottenuto.
Più che (umanamente)
comprensibile, dunque, l’incazzatura valsesiana.
Se le Opposizioni fossero volgari come
certi leghisti, parlerebbero, magari, di Maalox
ed altri lenitivi delle gastriti, ma sono livelli che gli Elettori forse non
gradirebbero.