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Per i nemici le leggi si
applicano, per gli amici si interpretano.
Chi pensasse che a Livorno Ferraris
non fosse studiato con scrupolo il magistero di Giovanni Giolitti,
sbaglierebbe.
Contemporanei, entrambi studenti (ma,
ovviamente, non nello stesso periodo) al Liceo Gioberti di Torino, i
parallelismi tra i percorsi esistenziali del grande monregalese e del non meno
grande livornese, Galileo Ferraris, non vanno, però, oltre.
E chissà come ci resterebbe, Galileo,
se vedesse la sua Livorno oggi governata con ricorso a quelle liturgie che
paiono di rito bizantino e così lontane dai propri orizzonti intellettuali, di
uomo e di scienziato.
Ma andiamo con ordine.
***
Anche per dire che – come spesso
avviene quando si formano maggioranze (troppo) ampie – il virus dell’
unanimismo finisce per trovare da solo un antidoto a se stesso.
I nostri Lettori
ricorderanno come il governo cittadino (qui l'articolo del 2018)
“Corgnati II”, cioè il secondo mandato
del Sindaco Stefano Paolo Corgnati, sin dalle battute preliminari, sia
stato caratterizzato da una strana ammucchiata, dove convivono esponenti del
centro destra senza resipiscenze, insieme ai pargoli della coppia di dinosauri
della sinistra, Bobba – Nobilucci.
Tra questi, ad esempio e sicuramente
il più schierato, da anni, nel Centrodestra, Franco
Sandra.
Che, da ultimo, dopo un passaggio
nella Lega (ma poi, una volta, dicunt, conosciuto meglio il leader
valsesiano, deve essersi ricreduto) ha partecipato alla
convention di Fratelli
d’Italia, a luglio scorso, in quel di Lucedio.
***
Furono, infatti, Luigi
Bobba e Guido Nobilucci a “benedire” il matrimonio misto tra destra e sinistra,
regalando il ruolo di opposizione a Chiara
Barone, peraltro renziana “antemarcia”.
Nessuno si meravigliò della vittoria a
mani basse dell’ ammucchiata
Lib-Lab e, così, nessuno dovrà meravigliarsi ora se, come spesso
succede, queste bulimiche coalizioni finiscono per scivolare sulla buccia delle banane che si mangiano.
***
L’occasione arriva quando
meno te l’aspetti ed il copione è comune a
tante altre situazioni.
La sicurezza di avere una maggioranza
ampia può determinare, soprattutto in qualche
gregario alla sagacia migliorabile, una
vertigine da sgabello che è difficile dominare.
Così, chi mostra una qualche autonomia
di pensiero, è visto con sospetto.
Se poi, oltre a pensare in
proprio, fa anche qualcosa, agisce, si dà da
fare, allora è inevitabile che si attiri, dapprima gli sguardi di riprovazione,
poi la messa al bando.
***
Il caso del giovane
Avvocato Federico Pizzamiglio è un
caso di scuola.
Eletto Consigliere in maggioranza alle
consultazioni amministrative del 2018, cerca di darsi da fare, guidando la
Consulta giovanile.
Gli danno quell’incarico e lui fa del
proprio meglio, soprattutto dando nuova vita al tradizionale Palio dei Rioni.
Una manifestazione che, praticamente a
costo zero, riesce bene, dà soddisfazione al Volontariato, ha un buon successo
di pubblico.
Ne abbiamo parlato in
tempi assolutamente non sospetti.
***
Le incomprensioni culminano con una
dignitosa e ferma
“dichiarazione di
indipendenza” di Pizzamiglio (qui
integrale),
che prende le distanze dalla
maggioranza e dai suoi riti.
E, del resto, non dimentichiamo che il
fratello di Galileo Ferraris, Adamo, fu Medico personale di Giuseppe
Garibaldi ed
accompagnò l’Eroe dei due Mondi anche nella Spedizione dei Mille.
Non l’unico livornese (e vercellese)
tra i “mille”, peraltro, ad imbarcarsi sui piroscafi “Lombardo” e “Piemonte”:
con lui, Germano Bergancini.
Lo spirito livornese non
mente.
***
La “sanzione naturale” che il politburo
di destrasinistra pensa per
Pizzamiglio è persino ovvia: rimuoverlo dall’incarico dove ha potuto
esercitare al meglio il proprio ruolo, quello di Presidente della Consulta dei giovani.
Nemmeno una settimana dopo la sua
trasparente “dichiarazione”, resa in Aula e messa agli Atti, ecco arrivare la
lettera di revoca.
Le sue funzioni assunte dall’Assessore
a suo tempo “deposto” nel nido di Corgnati da Bobba e Nobilucci, Davide Mosca.
E, fin qui, potrebbe essere tutto
normale.
Lo Statuto della Consulta giovanile,
infatti, prevede che la presidenza sia attribuita ad un “Consigliere di
maggioranza”.
E Mosca lo è.
***
Le cose si complicano quando la
maggioranza vuole esagerare e procede alla nomina della nuova Presidente della
Consulta, Francesca Siclari.
Ebbene, Pizzamiglio ha gioco facile
nel dire: (con l’interrogazione che pubblichiamo integrale in calce
all’articolo)
ma, Signori cari, la Signora Siclari è
stata – sì – candidata alle elezioni, ma non è stata eletta.
Dunque, non è
“Consigliere”.
La maggioranza del Sindaco Stefano
Corgnati sarà anche ampia, ma non può,
capo primo: cambiare lo Statuto della Consulta, se non con una
deliberazione del Consiglio Comunale;
capo secondo: in assenza di questo
presupposto, deliberare la nomina di un non Consigliere; ma soprattutto,
capo terzo: non può farlo senza comunque adottare una delibera, perché
rilasciare una dichiarazione ai giornali non è ancora un atto amministrativo.
Per tanto che ad una maggioranza
bulimica - e che forse crede di non dovere rendere conto se non a se stessa
– possa sembrare.
***
Dunque, per la effettiva
nomina della Signora Siclari bisognerà ripassare.
Sicuramente, i destini del Mondo non
cambieranno per questo scivolone di cui, magari, Corgnati non è nemmeno a
conoscenza.
Ma – non è eccentrico immaginarlo
– si tratta di un segno di facile interpretazione: il dopo Corgnati è già
incominciato.
***