( g. g. ) - Sono
partiti puntuali come sempre alle 9 di questa mattina – 11
giugno – da Piazza Paietta a Vercelli i protagonisti della 44. ma “Vercelli che Pedala”, il
fiore all’occhiello del Velo Club Vercelli e del “patron” della manifestazione Venio Trebaldi.
Sciame
variopinto e festoso, i colori quest’anno ravvivati dai generosi raggi del sole che
accompagnano per tutto il tragitto (circa 30 chilometri) biciclette di ogni
foggia (c’è anche quella per gli amici a 4 zampe) e tutte compagne di tante ore liete, che fanno dimenticare per questa
giornata le preoccupazioni che un po’ tutti abbiamo.
Madrina
d’eccezione di questa edizione il Sindaco di Vercelli che non si limita, quest’anno, alle parole inaugurali di cirscostanza, ma che si concede anch’ella qualche ora di svago: il saluto ai
nostri Lettori nel filmato che proponiamo, con la partenza –
Non si fa scappare l’occasione per dare un bacio al Primo
Cittadino la “maglia rosa” Marco Pantani,
o meglio la “risposta vercellese” al mito del Pirata.
Che in effetti, proprio come un pirata un po’ guascone, partito
per dare un bacio
“di circostanza” a Maura Forte non
si lascia scappare l’occasione per
rubarne altri tre o quattro: come dargli torto, del resto?
Sulla bici del Sindaco – rigorosamente appartenente al parco a due ruote di
“bicincittà”, niente che non sia “in house” – viaggerà certo il Primo
Cittadino, ma saranno veicolati,
impossibile non farci caso, anche altri
messaggi, come pensiamo si vedano ad occhio nudo.
Giornata di svago, certo, ma anche un modo per dire che il Sindaco “pedala” tutti i giorni, insieme alla gente, a tanti
che ogni giorno devono darci dentro per andare avanti onestamente, costruire un
futuro ai figli.
Del
resto le hanno dato la bicicletta, l’ha chiesta alla città, e
adesso deve darci
dentro anche lei. E ne ha.
E, per
la verità, lo fa e anche talvolta cercando di nascondere, non certo di ostentare
fatica e sacrificio.
Vale la
pena pedalare?
Sarà per il sole che oggi pare voglia incoraggiare la speranza,
sarà perché forse effettivamente si vede in lontananza l’ uscita dal tunnel,
sarà – anche e forse soprattutto – perché non se ne può comunque fare a meno,
ma oggi si direbbe di sì.
E’ troppo presto, forse, per dire che si pedali con gioia verso
il futuro.
Certo, non è più come prima, quando si doveva pigiare sui pedali
anche senza che si vedesse un orizzonte di senso.
Di
sicuro, c’è qualcosa che ora autorizza un ottimismo che oggi non è spensierato, ma ragionevole.
Poi lo starter dà il Via: Mons.
Marco Arnolfo non si sottrae al duplice ed atteso ruolo.
Benedicente
e partente.
E la
gente gli è grata sia delle sue parole, sempre attente a mettere in
risalto, in questa circostanza che, non dimentichiamolo, mette in luce
l’importanza di una vita sana e rispettosa della natura, sia di come sta al
gioco e si mette in gioco: la gente sa
che don Marco è uno dei nostri.
E certamente lui ne è contento e così magari ogni tanto diciamoglielo anche, perché pur essendo, l’Arcivescovo,
dello Scorpione (è nato il 10 novembre), quindi forse all’apparenza un po’ introverso,
non per questo non apprezzerà il calore umano: che fa bene a tutti.