L’allarme lo dà, ieri sera
e via Facebook, il Vice Sindaco di Asigliano, Lillo Bongiovanni.
Anzi, non è un allarme.
È il risultato di un esame delle
carte.
Ha – con i suoi colleghi Amministratori
– esaminato il progetto che si trova pubblicato al Sito internet istituzionale
della Provincia, come dev’essere per ogni pratica di V.I.A. – Valutazione di
Impatto Ambientale.
Sicchè la (prima)
conclusione cui arriva è questa: l’impianto proposto da Atena Asm di Vercelli in Via Libano (vicino alla Motorizzazione Civile, attiguo all’attuale Centro
Multi Raccolta 2) per produrre pallets dalla
frantumazione di legno di scarto (riciclando quindi materiale legnoso raccolto come
rifiuto) immette in atmosfera, nel corso della lavorazione, formaldeide.
La formaldeide è potenzialmente
oncogena.
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Si aprirà presto sull’argomento - non si potrà ulteriormente fare finta di niente - quel dibattito che è stato fino ad ora
impedito dal volgare tentativo di tenere sotto una copertura indecente tutto ciò che riguardi il Piano Industriale di Atena Asm.
Il Piano Industriale “nuovo”, perché il
precedente, quello del 2015, è semplicemente carta straccia.
Usato ai tempi ( 2015 ) per imbonire i
Consiglieri Comunali cui si chiedeva di votare la svendita della frazione di
maggioranza dell’Azienda dal Comune di Vercelli ad Iren.
Con quelle promesse si sono – come amavano
dire certi Amministratori della Cosa Pubblica – “puliti”.
Poi si è venuto a sapere che, di recente, sarebbe stato elaborato un nuovo Piano
Industriale.
Un altro libro dei sogni?
Pare di no, perché il
progetto dei pallets ne fa parte.
E – per questo – non hanno perso
tempo.
Ma andiamo con ordine.
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In allegato ( cliccando qui in ipertestuale ) alcuni frammenti
della corposa documentazione che è tutta reperibile al sito dell’Amministrazione
Provinciale, come dev’essere per ogni pratica di valutazione di impatto
ambientale.
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Dunque si viene a sapere (grazie a Lillo Bongiovanni)
che, a due passi dall’abitato di Vercelli, si vuole costruire uno stabilimento suscettibile di produrre formaldeide, immessa poi in atmosfera.
Ci sono sette camini (il diametro di
ciascuno di essi varia da 2,40 metri, a 1,60 a 0,65) che sparano fuori ciò che
devono sparare.
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Il progetto assicura che le emissioni
di formaldeide previste sono nella norma (e ci mancherebbe) e, di più, ancora
inferiori.
Ma – non possono negarlo –
ci sono.
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Da qui in avanti, non è fuori luogo
riprendere l’argomento, partendo dal principio e – se il Lettore concede un
supplemento di attenzione e pazienza – presentando l’esposizione
per capitoli, al fine di aiutarne l’esame.
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VERCELLI LETAMAIA DI IREN?
Il primo fattore di
disagio che
questa vicenda genera è la paradossale “continuità”, la sfrontata coerenza
con precedenti, tutti dello stesso segno.
Proprio Lillo Bongiovanni fu
protagonista e soprattutto
antagonista, quando era componente del Consiglio di Amministrazione di Atena
(anni 2009 – 2014) di scontri anche tesi con quello che allora era l’uomo (sono
modi di dire) di Iren a Vercelli, il gentile geometra
gentiluomo, Eros
Morandi, Amministratore Delegato di Corso
Palestro.
Fu proprio il Gentilgeometra a “battere
i pugni” in Consiglio di Amministrazione perché fosse riacceso il Forno di Incenerimento di Via Asigliano.
Non solo una impuntatura “aziendalista”,
ma, soprattutto, una intenzione ulteriore: con la implementazione della “terza
linea”, si sarebbero potuti bruciare più rifiuti, anche provenienti da fuori
provincia.
E più rifiuti avesse bruciato, più il
forno avrebbe impestato ed inquinato l’ambiente, più – però – avrebbe garantito
posti di lavoro (a condizioni da fame) e, soprattutto, utili ad Iren (e questi
non da fame, ma buoni per i ristoranti lussuosi che frequentano).
Si incominciò a registrare
in quella occasione che Iren avesse bisogno di un posto dove convogliare rifiuti
raccolti altrove.
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Poi si arriva a gennaio di
quest’anno e ci si
trova con la sorpresa della “letamaia” di Iren a Vercelli: l’impianto
per la produzione di biogas in Area ex Polioli, sempre a poche centinaia di metri
dall’abitato.
Qui, niente cancro, per
fortuna, solo il fetore conseguente alla
lavorazione di 100 mila tonnellate l’anno di rifiuti organici raccolti da Iren in tutta la Pianura Padana.
Posti di lavoro! Posti di lavoro!
La garrula litania accompagna anche in questo
caso, come un demenziale, ipocrita ed offensivo specchietto per le allodole, il
fatto dirompente: vi prendete una puzza che,
al confronto, quella che ogni tanto sentite arrivare portata qui dal vento e
proveniente da San Nazzaro Sesia, sembrerà
un test di fragranza della L’Oréal Paris.
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Per fortuna va tutto a monte, perché la
gente si ribella e trova udienza in Amministrazione Provinciale.
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Ora, la necessità di
convogliare qui a Vercelli la raccolta di grandi volumi di residui legnosi, recuperati
nella separazione dei rifiuti.
Da qualche parte bisogna
portarli.
Sembra che una mente “superiore” abbia
deciso che Vercelli debba servire loro da punto di raccolta degli scarti recuperati altrove.
Appunto, la loro letamaia: vuoi con il termovalorizzatore, vuoi con il compost
o, ancora e da ultimo, con i trucioli e per i pallets e pazienza se, le
colle che servono per compattare i trucioli, ti
mandano poi in giro biossido di azoto oppure aldeide formica.
Di nuovo la squallida e
pretestuosa litania: posti di lavoro! Posti di lavoro! Che bello! Che bello!
Anche a prezzo – questa volta – di mandare in atmosfera quantitativi
(ovviamente, a norma) di formaldeide.
Di cui qui nessuno avrebbe mai sentito
la mancanza.
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I Tecnici che per ora
hanno esaminato il progetto sembra che non ne siano rimasti entusiasti, viste alcune criticità.
Che – per ora, ma non vogliamo rubare
il mestiere a nessuno – dicono due cose.
La prima: non si capisce l’insistenza con cui ci presentano queste
sorprese.
In questo caso, quasi uno sberleffo di
un paradossale benvenuto alla nuova Amministrazione.
Che si vede tirare tra capo e collo
questa patata bollente dagli Amministratori di Atena Asm nominati dall’Amministrazione
precedente.
Quasi un andarsene dando a loro modo
il benservito, così, tanto per gradire.
La seconda: se tutte le criticità dovessero essere rimosse, il costo finale del progetto lieviterebbe molto oltre i 36 milioni di euro dichiarati.
Quindi – risolta la compatibilità
ambientale – resterebbe il problema di quella economica.
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IL RUOLO DI ATENA ASM
Non va dimenticato che,
fino a questo momento, ciò che Atena Asm deve fare, prima
di altro, per il Comune di Vercelli, è pulire la città: la raccolta dei rifiuti.
Per questo servizio prende
ogni anno otto milioni di euro.
Esegue questo servizio in modo
talmente insoddisfacente, che non si sa più che dire.
Con una improntitudine mai vista, semplicemente
omette di assumere il Personale che è necessario per adempiere al contratto con
il Comune.
La contraddizione esplode, in
particolare, ogni anno in occasione delle ferie.
Adesso la situazione è un vero e
proprio insulto.
Se ne fregano e basta.
Per di più, permettendosi
anche ( un po’
meno, ora che è venuta meno la spalla a Palazzo Civico ) di inscenare la vergognosa pantomima degli incivili.
Non puliamo perché siete
incivili e quindi tenetevi la vostra sghinga.
Come se i comportamenti poco civili di
uno, dieci o cento vercellesi (che devono essere perseguiti) possano costituire pretesto per disapplicare il contratto, che è chiaro: bisogna pulire anche il sedime attorno ai
cassonetti.
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Come si è detto tante volte, la
guerra tra incivili ed inadempienti la perdono soltanto le persone perbene,
cioè la stragrande maggioranza dei vercellesi – utenti.
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Una guerra che rischia sempre più di
perdere anche ogni Amministrazione che si succeda, se e finchè non prenderà
provvedimenti doverosi e drastici, come quando qualsiasi Fornitore non
adempie: risolvere il contratto.
Ormai è del tutto evidente
che il Fornitore sia sistematicamente in
affanno e forse strutturalmente in condizione di non adempiere.
Non assume il Personale
necessario: perché?
Perché non ci sta nei
conti?
Se è così bisogna dirlo e – siccome non
si può pagare ancora di più per questo servizio vergognoso – bisogna trarne le
conseguenze.
Non si capisce perché le
Amministrazioni debbano prendersi gli insulti (meritati) dai cittadini perché non
hanno il coraggio di prendere provvedimenti nei confronti del Fornitore
inadempiente.
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Ma, a parte ogni considerazione su ciò
che Atena Asm faccia o non faccia, una cosa è chiara.
Il ruolo di Atena Asm - che lo onori o meno – riconosciuto
ed accettato è questo.
Poi, certo ci sono gli altri ed
importanti servizi: luce, acqua, gas, semafori.
Questo è quello che la gente
di Vercelli, il Consiglio Comunale che
rappresenta il popolo di Vercelli, sanno di Atena Asm e vogliono da Atena
Asm.
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Sanno e vogliono e, soprattutto, sanno che questo è il rischio industriale di Atena Asm di cui sono consapevoli e consenzienti.
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SE ATENA ASM VUOLE FARE L’INDUSTRIALE IN ALTRI SETTORI, CON
NUOVI RISCHI ED OPPORTUNITÀ, MA SEMPRE CON I SOLDI DEI VERCELLESI
Perché non va dimenticato
che Atena Asm lavori con i soldi dei Vercellesi.
Il Capitale Sociale della Società
per Azioni è – nella
misura del 40 per cento – di proprietà dei vercellesi, del Comune di Vercelli.
Si tratta di un
controvalore di circa 54 milioni di euro.
Questa somma è iscritta a Bilancio di
Palazzo Civico alla voce delle Attività Patrimoniali.
Che sia vero o no.
Perché, una volta persa la
maggioranza ( fino al 17 dicembre 2015 il Comune aveva il 60 per cento e Iren
il 40 ), se si andasse a mettere sul mercato
la partecipazione del 40 per cento, è del
tutto da dimostrare che il più probabile valore di mercato coinciderebbe con quello “di libro”, cioè con la valutazione
puramente tecnica del controvalore delle Azioni, appunto ora valutate in 54
milioni di euro.
C’è chi (autorevolmente) sostiene che nessuno
sano di mente comprerebbe una partecipazione di minoranza, avendo Iren come
Socio di maggioranza.
Nemmeno se minoranza tutelata da Patti
parasociali che, fino ad ora, hanno lasciato il tempo che hanno trovato: almeno
finchè non si dimostrerà quanta forza avranno nell’azione di recupero, a favore
del Comune, del proprio acquedotto.
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Quindi, è già alto – o comunque, ben presente – il rischio che, un giorno,
ci si trovi a dover ammettere che l’operazione,
già scellerata in sé, di cessione della frazione di maggioranza del capitale sociale, non
solo ci abbia fatto perdere il controllo dell’azienda, ma ci abbia di fatto depauperato di buona parte del valore teorico
di 54 milioni di euro ancora in portafoglio.
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Ma adesso veniamo a sapere
che a quelli di Iren piace l’idea che Atena Asm si metta a fare l’industriale.
Industriale, per di più, in settori a
rischio ecologico.
E di tutto questo nessuno deve sapere
niente.
Nessuno, nemmeno quel Consiglio
Comunale che è il “padrone” del 40 per cento delle Azioni, cioè dei 54 milioni
di euro scritti sulla carta.
La cortina di indecente segreto tenuta
su queste operazioni è semplicemente una provocazione arrogante e – in quanto
destinata ad infrangersi contro la dura realtà – ingenua al tempo stesso.
L’idea che i Consiglieri
Comunali (poi, tutti i cittadini, è ovvio) possano essere tenuti all’oscuro di cosa Iren voglia fare con i
54 milioni di euro dei vercellesi riflette una visione non
altrimenti definibile, se non come malsana, dei rapporti istituzionali.
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Questo, se si pensa anche solo all’incombere
di rischi industriali che nessuno
ha cercato, nessuno ha potuto valutare, nessuno ha quindi
accettato.
Perché la fabbrica dei
trucioli e della formaldeide potrebbe
anche rivelarsi una gallina dalle uova d’oro.
Senonchè, nessuno – prima di
procedere - l’ha ancora detto in Aula
consiliare.
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Se ne sono occupati – a nome dei
cittadini vercellesi - soltanto personaggi come Sandro Baraggioli, Peo Ranghino
e Francesco Bavagnoli: questo, siccome è bravo, non si è mai capito come sia
finitoco lì dentro, ma non è che questo importi ora, che siamo alla fine.
Cioè i Consiglieri di Amministrazione
di Atena Asm nominati da Maura Forte.
***
E si vorrebbe – così pare –
sostenere che dovrebbero bastare Baraggioli,
Peo e quello bravo (che però è un po’ poco) a decidere
se e quali ed in quali settori i 54 milioni di euro dei vercellesi debbano
essere giocati in intraprese industriali delle quali solo loro devono sapere
qualcosa.
Non una parola ai
rappresentanti eletti dal popolo.
Ma – che risulti dagli Atti – non una parola nemmeno ai componenti della Giunta.
***
LA PATATA BOLLENTE ALLA NUOVA AMMINISTRAZIONE
Dunque la nuova Amministrazione era in carica da due settimane scarse,
che un giorno si è vista arrivare questa patata bollente.
Ma, soprattutto, la nuova
Amministrazione non sa nulla – che risulti
dagli Atti – del Piano Industriale di Atena Asm.
***
Cioè nessuno sa, né Consiglieri di oggi, né Consiglieri di prima; né Giunta di
oggi, né Giunta di prima, cosa Iren voglia fare
con i 54 milioni di capitale che – pro
quota – sono necessariamente coinvolti in qualsiasi investimento l’Azienda voglia
o debba compiere.
***
Sicchè, la stessa Azienda che ti viene a raccontare che non ha i soldi per
assumere cinque persone nel ciclo della raccolta rifiuti e tenere la città
in condizioni decenti di pulizia, avrebbe poi la mimica maxillo facciale
callipigia di venirti a raccontare che si possono tranquillamente investire
36 milioni ( di cui 14,4, pari al 40 per cento, dei cittadini vercellesi ) di euro per i trucioli.
Poi, se si vuole che dai trucioli non
venga fuori la formaldeide che i sette camini mandano in atmosfera, quei 36
milioni non si sa ancora quanti potrebbero diventare.
Una bella cifra, ma
piuttosto che prendersi il cancro, conviene.
***
Fino ad ora, condotte
censurabili e volgari hanno impedito a queste
cose di essere esaminate nella sede naturale dove devono essere esaminate:
prima la Giunta, poi il Consiglio Comunale.
Non c’è motivo di
augurarsi quella coerenza nell’errore, che non è mai stata una virtù.