LA FABBRICA DEI PALLET, GIGANTE NEI CONSUMI, NANO OCCUPAZIONALE
Una vera e propria
idrovora che consuma 6 metri cubi d’acqua all’ora nel corso di un processo che si estende su tutte le 24 ore per 330
giorni l’anno: sono circa 48 mila metri cubi
d’acqua che
arrivano dalla rete e se ne tornano in fogna.
Quanto sono 48 mila metri
cubi?
Basti pensare che la piscina Enal contiene 1.200 metri cubi e fare i conti.
Tanto consumerebbe la
fabbrica dei pallet che Iren vuole realizzare a Vercelli in Area industriale, nei pressi della Motorizzazione
Civile ed attigua al Centro Multiraccolta2.
Il terreno è già di
proprietà di Asm, che tempo fa lo acquistò
dal Comune di Vercelli.
Anche i consumi di metano – con le conseguenti
emissioni – sarebbero enormi: i progettisti reggiani non li dichiarano, ma devono
dichiarare la potenza delle caldaie: 7,5 MW.
I Tecnici dicono che, per caldaie di
quella potenza e per gli stessi 330 giorni su 365, occorrono 6,8 milioni di metri cubi l’anno: le emissioni in atmosfera sono quelle conseguenti.
Minimo (sulla carta) il
consumo di energia elettrica, che gli
estensori emiliani del progetto dichiarano in 3,8 MWh / (anno?).
Che vorrebbe dire 0,4 kW
medi.
Una entità così irrisoria
da far pensare ad uno svarione e,
soprattutto, tale da far sospettare che, in Atena Asm, dove si occupano di
queste cose tutti i giorni, non abbiano nemmeno letto il progetto, forse perché
l’hanno preso a scatola chiusa dai Consulenti di Iren.
Tutti questi dati sono
riepilogati nelle illustrazioni (tratte
dalle tavole del progetto) che pubblichiamo in jpg in calce all’articolo.
***
Nei prossimi giorni
sfoglieremo un po’ tutto l’elaborato
per riproporlo in altri articoli.
***
In questo articolo, integrali,
in calce al testo:
la posizione del
Capogruppo del Pd, Maura Forte, il 28
giugno scorso;
la posizione di
SiAmoVercelli, di domenica sera appena
trascorsa, dopo la raccolta firme;
la posizione dei giorni scorsi di Movimento5Stelle (con
Michelangelo Catricalà) e Voltiamo Pagina (Roberto Scheda, Paolo
Campominosi, Andrea Conte);
***
PERCHE’ IREN FA LA CORTE AL SISTEMA POLITICO?
L’insistenza con la quale Iren sta
cercando di “far passare” presso il sistema politico vercellese l’idea di
costruire, l’impianto per la produzione di pallet da legno riciclato è già di
per sé eloquente.
E basta per porsi molte domande.
***
Ci sono forze politiche
che devono essere convinte e ci sono quelle che sono sempre state convinte.
Il Pd, per bocca del
Capogruppo in Consiglio Comunale Maura Forte,
così si esprimeva, inviando una lettera ai giornali, il 28 giugno scorso, cioè un
giorno dopo la presentazione della prima versione del progetto.
Quella che poi la stessa
Atena Asm avrebbe ritirato il successivo 23 settembre, (anche) in quanto si era verificata
la presenza di un componente cancerogeno, la formaldeide, nel processo di
lavorazione del legno di scarto.
In calce all’articolo, come gli altri
documenti, integrale la lettera inviata dall’ex Sindaco il 28 giugno; ne
anticipiamo una sintesi:
“Il progetto che
appartiene al piano industriale aggiornato di ASM alla voce investimenti, ha
coinvolto la mia Amministrazione comunale per una determinante azione di
confronto e di negoziazione con il gruppo Iren che ci ha visti impegnati per
più di un anno”.
E, ancora:
“Sebbene oggi io sia sui
banchi dell’opposizione, voglio esprimere soddisfazione per il concretizzarsi
di un progetto che ho seguito, in cui ho creduto, in linea con i principi che
ho ed abbiamo perseguito in questi anni di amministrazione”.
***
E’ lecito ritenere che
Maura Forte non parlasse per sé, ma
autorevolmente rappresentasse tutto il Pd il quale, del resto, era stato l’asse
portante della Giunta che aveva svolto la negoziazione con Iren per
arrivare a questo risultato.
***
Dunque il Pd era ( sempre stato ) al
corrente del progetto, del processo di lavorazione, delle caratteristiche
sostanziali del medesimo (forse era sfuggita la presenza di aldeide formica),
ma anche – evidentemente – altri aspetti, almeno quelli “macro”, che in seguito
esporremo.
Del resto, anche oggi la posizione non
sembra sostanzialmente cambiata.
Quindi, sembra che Iren abbia già in
tasca l’assenso del Pd.
***
Più difficile immaginare
con quali argomenti il Socio di maggioranza
di Atena Asm stia cercando di far digerire alla Lega, a Forza Italia ed a
Fratelli d’Italia l’idea di usare i soldi di Atena (cioè dei vercellesi, almeno
per il 40 per cento) per costruire uno stabilimento che alla città – come
sostengono gli esponenti di SiAmoVercelli - non interessa nulla.
Non serve all’economia
locale, perché il legno di scarto che sta
alla base del processo arriva dalla Pianura Padana, raccolto dalla stessa Iren.
Il rapporto tra entità
dell’investimento (40 milioni di euro, di
cui il 40 per cento, pari a 16 milioni, dei vercellesi) e occupazione è assai
deludente (da 25 a massimo 30 persone).
I rischi per l’ambiente
non sono confutati (sottolineano in
particolare M5Stelle e Voltiamo Pagina): l’integrazione al progetto di prima
prevede soltanto l’uso di colle prive di formaldeide, che però resta nel legno
conferito e da lavorarsi.
E, inoltre, restano pure tutte le
criticità già evidenziate.
Soprattutto: se Atena Asm spende i soldi
per questo stabilimento, quanti gliene restano per tutto ciò che, invece,
interessa ai vercellesi?
Ad esempio: più pulizia in citta, una raccolta rifiuti degna di questo nome, assunzioni di
Personale, soprattutto - di nuovo - nella raccolta rifiuti, efficientamento energetico, provvedimenti
per ridurre l’emissione di CO2, aria più pulita, quindi.
Poi, cogenerazione, teleriscaldamento
e, insomma, tutto ciò che era stato alla base del Piano Industriale collegato
(strettamente, ndr) alla cessione della maggioranza di azioni.
In cosa consiste questo “nuovo”
piano industriale di Atena Asm?
Il Consiglio Comunale per
ora non lo sa.
Sa soltanto quello che gli si
raccontò, per imbonirlo, a dicembre 2015.
***
PALLET E RAPPORTO CON IREN: QUELLO CHE PUO’
E DEVE DIRE LA POLITICA
Il problema politico è
tutto a carico del Comune di Vercelli.
E’, infatti, il Comune ad essere Socio
al 40 per cento di Atena Asm.
E’ il Comune che è rappresentato in
seno al Consiglio di Amministrazione di Atena Asm da tre componenti nominati
dal Sindaco.
Si tratta di Angelo D’Addesio,
Daniele Baglione, Antonio Prencipe.
Sono loro che devono dire
se sia saggio o meno spendere 16 milioni di euro che sono dei cittadini di
Vercelli per intraprendere un’iniziativa industriale che tratta rifiuti
prodotti del tutto fuori dalla città ed anche dalla provincia di Vercelli.
Non sono fuori luogo – almeno da un punto di vista sostanziale – i dubbi persino in
ordine alla compatibilità dell’iniziativa rispetto alla previsione statutaria
di Atena Asm, avanzati dal Commercialista Piero Boccalatte, nella sua veste di
Dirigente di SiAmoVercelli.
***
Su di loro (D’Addesio, Baglione e
Prencipe) ed anche chi li ha nominati, grava dunque una grande responsabilità.
Certo, la loro è la
posizione più difficile, perché sono e
sempre saranno tra l’incudine del Comune, della città e dei suoi
cittadini, ed il martello di Iren, il padrone di
Atena Asm, che cala con regolarità e metodo a cercare di forgiare e piegare ai
propri interessi non solo il capitale proprio (ne ha diritto), ma anche quello
dei vercellesi.
Una contraddizione che vede, ormai
strutturalmente, gli obbiettivi di Iren contrapposti e non conciliabili con
quelli della città.
Almeno finchè Iren non farà la cosa
giusta.
Che è quella ormai “sdoganata” nel
dibattito politico cittadino, proprio da SiAmoVercelli.
Cioè la cosa giusta sarebbe, al punto
in cui siamo arrivati, dire al Comune: guardate, Signori cari, vi compriamo anche quel restante 40
per cento di Azioni che avete.
Ve lo paghiamo i 54
milioni che diciamo valgano ancora (e purtroppo in tanti dubitano che sia ancora vero, ma finchè
siamo in tempo…) e poi facciamo quello che ci pare in Atena Asm.
Facciamo quello che ci
pare esattamente come già
stiamo facendo.
Ma almeno finiamo di
pagarvi una società che controlliamo dalla
testa ai piedi, avendo tirato fuori solo
14 milioni di euro per comprare il 20 per
cento di capitale, passando in maggioranza, dal 40 per cento che avevamo al 60
che abbiamo ora.
La “debolezza” politica del progetto
sta proprio qui.
Perché se fosse Iren a dire: guardate,
realizziamo uno stabilimento nello stesso posto e per gli stessi scopi, lo
facciamo come Iren ed ai vercellesi non costa nulla e, anzi, magari assumiamo
tra le 25 e le 30 persone, allora sarebbe tutto (molto) diverso.
Resterebbe “solo” il problema ambientale,
ma questo, come vedremo tra poche righe, non è più un problema politico del
Comune di Vercelli.
***
IL PROBLEMA TECNICO ED AMBIENTALE E’ TUTTO DELLA CONFERENZA DEI
SERVIZI
Se, insomma, parafrasando, Iren per
ora vuole fare i pallet con i soldi degli altri, le valutazioni tecniche sono
rimesse ad un “tavolo” che è la Legge ad individuare.
Non per nulla questi progetti sono
protocollati non in Piazza Municipio, ma in Via San Cristoforo, dove ha Sede l’Amministrazione
Provinciale.
Quel tavolo è quello della cosiddetta “Conferenza
dei Servizi”, cioè l’Organo collegiale e multidiscplinare che vede riuniti
tutti gli Enti (oltre alla Provincia, ad esempio, Asl, Arpa, Vigili del Fuoco,
ed altri, per vari profili e competenze) che abbiano voce in capitolo per
valutare soprattutto, ma non solo, l’impatto ambientale di ogni nuova
iniziativa.
La pratica (una delle possibili, ma la
principale) si chiama, infatti, “VIA”, cioè Valutazione di Impatto Ambientale.
Poi ci sono gli approfondimenti
collegati, come, per esempio, quello di impatto per i profili sanitari.
***
La prima riunione di questo Organismo
è prevista per il giorno 17 dicembre prossimo.
Ma il lavoro sarà solo all’inizio.
Chi si intende di queste procedure,
stima che si potrebbe concludere, se non ci fossero imprevisti e la valutazione
fosse positiva, nei primi mesi del 2020.
***
La circostanza non è priva di
riverberi anche sul dibattito politico in Comune di Vercelli.
Perché vi sono forze politiche di
Opposizione le quali, sia sul Piano Industriale di Atena Asm, sia, in
particolare, in ordine a questo progetto, chiedono la convocazione di una
seduta straordinaria del Consiglio Comunale.
Si tratta di SiAmoVercelli, Movimento5Stelle,
Voltiamo Pagina.
Il Pd sta dicendo: sì, facciamo il
Consiglio, ma dopo il risultato della Conferenza dei Servizi.
Come abbiamo visto, significa
rimandare la partita ai primi mesi del 2020 e, soprattutto, non discutere del
Piano Industriale di Atena Asm.
***
Le forze politiche di maggioranza appaiono
completamente appecorate nella difesa del progetto di Iren.
E perché questo avvenga è un mistero,
se, per esempio, si hanno a mente le battaglie condotte, nel precedente
mandato, dalla Lega, ma anche da Forza Italia, su temi importanti come il
contratto capestro per l’illuminiazione a Led, oppure la fantaraccolta differenziata
della plastica.
Oggi che farebbero?
Appecorati?
Si deve, inoltre e con sorpresa,
registrare poi che sia andato lo stesso Sindaco Andrea Corsaro alla riunione
pre consiliare dei Consiglieri Comunali di maggioranza, a dire qualcosa che è
suonato come: ma sì, in fondo, facciamoglielo fare l’impianto dei pallet.
E questo ben prima che fosse
depositato il progetto revisionato il quale, peraltro e come abbiamo visto, deve
essere ancora aperto dalla Conferenza dei Servizi.
***
LE POSIZIONI DELLE FORZE POLITICHE
Ma ecco il testo delle singole prese
di posizione delle forze politiche fino ad ora intervenute nella discussione.
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IL CAPOGRUPPO DEL PD, MAURA FORTE
E’ stata avviata da ASM ( 28 giugno 2019, ndr )
la procedura mediante presentazione in Provincia della documentazione per la
richiesta di autorizzazione alla realizzazione di un impianto per la produzione
di pallet e blocchetti di legno accessori con il recupero ed il reimpiego
del materiale di scarto legnoso raccolti da ASM e in parte dal gruppo
IREN.
Il progetto che appartiene al piano industriale
aggiornato di ASM alla voce investimenti, ha coinvolto la mia Amministrazione
comunale per una determinante azione di confronto e di negoziazione con il
gruppo Iren che ci ha visti impegnati per più di un anno.
Realizzare questo nuovo impianto a Vercelli, significa
arricchire sempre più la nostra realtà grazie all’importante investimento del
gruppo di circa 36 milioni di euro e alla ricaduta occupazionale di 30 nuovi
posti di lavoro.
L’impianto, che sarà collocato nell’area industriale,
è basato su tecnologie pulite di ultima generazione in linea con i principi
innovativi dell’economia circolare e sarebbe unico per il suo genere in Italia.
Non poteva mancare nel progetto una sezione dedicata
all’ Educazione Ambientale, rivolta agli studenti, affinché le future
generazioni possano impegnarsi sempre più per un ambiente pulito e
sostenibile.
Sebbene oggi io sia sui banchi dell’opposizione,
voglio esprimere soddisfazione per il concretizzarsi di un progetto che ho
seguito, in cui ho creduto, in linea con i principi che ho ed abbiamo
perseguito in questi anni di amministrazione.
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IL COMUNICATO DI SIAMOVERCELLI
Nei giorni
scorsi Asm ha depositato il nuovo progetto che prevede la realizzazione di una
fabbrica da destinare alla produzione di pallet, con l’utilizzo di un nuovo
collante che sostituisce quello originariamente previsto, a base di
formaldeide, sostanza altamente cancerogena.
Ci chiediamo: se non avessimo alzato i toni del confronto,
la formaldeide sarebbe rimasta? Crediamo proprio di sì.
Perché, in sintesi, rimane il nostro No al progetto ASM?
- non è nella mission di ASM, società destinata ad
erogare servizi ai cittadini;
- non è attività rientrante nella filiera energetica o
dei servizi;
- un Ente pubblico non deve assumersi il rischio di
impresa, non disponendo di capitale di rischio;
- non è utile ai cittadini ma solo ad Iren, società
commerciale, che può fare investimenti con capitale di rischio;
- La pubblica amministrazione deve gestire il proprio
patrimonio come il buon padre di famiglia, evitando operazioni rischiose. Le
risorse in capo al Comune, anche se per il tramite di società partecipata, non
appartengono all'Amministrazione bensì a tutti i cittadini che vi
contribuiscono con le tasse.
Abbiamo letto e studiato il nuovo progetto in cui permangono numerosi aspetti
negativi; ne elenchiamo alcuni:
- l’indicazione di 3,8 MWh di consumo di energia
elettrica costituisce un errore che un’azienda specializzata in tale campo non
dovrebbe commettere (sono 3800kWh);
- ci sarà un consumo di gas metano di circa 6,8
milioni di mc in relazione alle caldaie installate, consumo che non risulta
dichiarato in alcun punto del nuovo progetto.
Evidentemente
il management di ASM non ha avuto il tempo di leggere il progetto di cui,
peraltro, è proponente.
Nascono poi spontanee alcune considerazioni:
- considerate le tonnellate di legno indicate
(110.000), perché Asm non ha pensato di portarne il 20% in più per sostituire
il metano?
- perché il nuovo progetto è stato presentato come
integrazione del precedente, considerato che non integra un bel nulla, essendo
contemplata una variante del ciclo produttivo?
E ancora, nell’integrazione presentata pochi giorni fa
alla Provincia di Vercelli, tra le altre cose, c’è scritto: "L’impianto
sarà il primo nel suo genere in Italia ed Europa”.
Ma è sensato che una società come ASM di fatto investa
su un processo di lavorazione "prototipo"?
Nonostante il nuovo progetto continuano a rimanere validi i motivi per i quali
ci opponiamo alla realizzazione dell’impianto:
1) l’inquinamento ambientale;
2) l’utilizzo di denaro pubblico per effettuare
investimenti produttivi.
Per quanto riguarda l’inquinamento ambientale, non
sono state eliminate le criticità legate:
- al materiale che verrà utilizzato – rifiuti legnosi
- contenente formaldeide;
- alle emissioni di altri composti che possono avere
effetti negativi sulla salute pubblica;
- all’incremento degli autoarticolati sul territorio
comunale per il trasporto dei rifiuti in ingresso e dei pallet e degli scarti
in uscita.
Ma preferiamo soffermarci su un altro argomento,
altrettanto importante: l’errato e scriteriato utilizzo dei denari pubblici.
Continuiamo a porci la seguente domanda, senza trovare una risposta: perché Asm
– che, ricordiamolo, è partecipata per il 40% dalla Città di Vercelli e per il
60% dal socio di maggioranza Iren, - deve affrontare il rischio di impresa
utilizzando denaro pubblico per creare dal niente un’attività produttiva che
nulla ha a che vedere con quella tradizionale dell’Azienda, consistente
nell’erogazione dei servizi pubblici essenziali, nel miglioramento della loro
qualità ed efficienza?
L’investimento previsto è di 40 milioni di euro;
considerata la partecipazione del Comune di Vercelli del 40%, 16 milioni sono
imputabili allo stesso e verranno investiti nella fabbrica di pallet!
Quanti anni ci vorranno per raggiungere il break even
period, ossia quale sarà il periodo di tempo necessario per il recupero dell'esborso
iniziale sostenuto?
Perché Iren, come già successo in altre realtà, non ha
effettuato l’investimento autonomamente?
Crediamo che non interessi al cittadino vercellese
sapere che il Comune potrà, in un futuro non meglio identificato, forse,
ricevere i dividendi, qualora i risultati gestionali dovessero essere positivi.
Parimenti a noi cittadini non interessa l’economia
circolare se la città continua a essere sporca, la bolletta non scende e non si
fa nulla per nuovi servizi energetici meno costosi.
Qualora i risultati dovessero essere, invece, negativi, un’eventuale
svalutazione della partecipazione del Comune in Asm potrebbe avere
ripercussioni negative sul bilancio della Città di Vercelli, con conseguenze
facilmente immaginabili.
Forse gli auspicati e futuri dividendi ipotizzati
“tentano” l’attuale Amministrazione, così come la promessa assunzione di 30
persone.
Lo faccia Iren allora e ASM assuma altrettante persone
per formare competenze sull’efficienza energetica, il cui indotto locale è
certamente più importante rispetto a quella del riciclo dei rifiuti di legno.
Non crediamo sia il momento, per la nostra Amministrazione
comunale, di giocare a fare gli industriali.
E’ il momento di chiedere ad ASM di far pagare meno i
servizi e soprattutto di farli meglio.
Si deve inoltre tenere presente un altro aspetto
fondamentale: il Piano originario prevedeva 100 milioni di euro di investimenti;
60 di essi, o poco meno, ascrivibili alla gara per il gas, ancora bloccata; i
restanti 40 avrebbero dovuto essere impiegati nell'efficientamento e
implementazione dei servizi (idrico, raccolta rifiuti, ecc..), servizi che,
inutile nasconderlo, lasciano alquanto a desiderare.
Se Asm dovesse investire 40 milioni per la fabbrica di
pallet, non rimarrebbe più nulla da destinare al core business di ASM, il
famoso Piano industriale, mai rispettato!
Pertanto, a gran voce, continuiamo a dire NO al progetto di Asm.
***
IL COMUNICATO DEL M5STELLE
E DI VOLTIAMO PAGINA
OGGETTO:
C.S. NUOVO STABILIMENTO PER LA PRODUZIONE DI PALLETS DA LEGNO DI SCARTO
Catricalà
(M5S) – Campominosi (Voltiamo Pagina).
Apprendiamo
(sempre dagli organi di stampa) che, invece della Formaldeide, nel processo di
lavorazione per produrre pallets verrà utilizzata MDI e che i Sindaci dei paesi
limitrofi si sentano più tranquilli, anzi pare che diventino sostenitori della
fabbrica.
Ribadiamo
che non si ha affatto intenzione di bloccare investimenti sul territorio, se
questi possono creare solo ed esclusivamente beneficio, ma i dubbi restano e
tutti.
Leggeremo con attenzione
le integrazioni al progetto presentate da ASM, rese disponibili nella giornata
di ieri sul sito della Provincia, che verranno discusse nella prossima
Conferenza dei Servizi, convocata presumibilmente dalla Provincia per il 17
dicembre prossimo: a quella riunione abbiamo chiesto di
partecipare, in qualità di Consiglieri Capigruppo di Opposizione, almeno quali
uditori.
Come abbiamo
visto, è necessario affrontare la materia in modo tecnico ed approfondito, ben
oltre l’ambito frequentato fino ad oggi dagli entusiasti sostenitori degli obiettivi
industriali di Iren: i comunicati stampa, gli annunci e le interviste.
Ma già ora è
possibile qualche considerazione.
Si dovrà,
per esempio, spiegare cosa rappresentino i codici “H” (REGOLAMENTO (CE) N.
1272/2008) relativi ai prodotti MDI sostitutivi delle colle sicuramente
dannose. Infatti almeno 2 di essi sono da “tener d’occhio”, ovvero H351 e H373.
La frase di pericolo H351 indica infatti una sostanza: sospettata di provocare il
cancro. La frase di pericolo H373 una sostanza: che può
provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta.
Per quanto
riguarda il traffico veicolare sempre leggendo i giornali si asserisce che i
camion saranno “solo” 7.000, circa 30 al giorno, ovvero un aumento dell’1% sui
flussi odierni». Come si sa Vercelli è tra le province peggiori per qualità
dell’aria e quindi un punto fermo degli amministratori dovrebbe, anzi deve
essere, quello di diminuire i flussi veicolari e non di aumentarli. Rimaniamo
sicuramente fermi su di un punto: la necessità di chiedere oltre alla VIA
(valutazione di impatto ambientale) anche la VIS (valutazione sull’impatto
sanitario).
Si tratta in
ogni caso di un’impiantistica importante che tratterà scarti legnosi di ogni
genere, anche contenenti formaldeide, per tale motivo un ente che mette la
salute dei cittadini al primo posto dovrà, essendo nei suoi poteri, richiedere
monitoraggio continuo sui camini previsti nel progetto.
Vercelli,
16/11/2019
Michelangelo
Catricalà – Capogruppo M5S
Paolo
Campominosi – Per il gruppo consiliare Voltiamo Pagina