Passati i tempi in cui il Sindaco di
Varallo Sesia, Eraldo Botta, protestava, prendeva posizione, sosteneva
con convinzione e tenacia le proprie posizioni.
Difendeva le proprie idee.
Soprattutto, aveva delle
idee.
Una notte
– leggiamo di nuovo qui l’articolo
che narra di quell’epica protesta -
dormì persino (vestito, solo accomodato sul sobrio e rimediato giaciglio di una scarna
sediola da giardino, in pvc) davanti alla porta dell’Ospedale di
Borgosesia.
Bisognava difendere il Punto Nascite.
Di mamma ce n’è una sola, è vero, ma
quella volta erano in tante, a fargli coraggio.
I Tecnici dicevano: il Punto Nascite
di Borgosesia deve essere chiuso.
E lui dei Tecnici se ne impippava alla
grande.
Aveva le mamme al suo fianco: una
pancia da una parte, una pancia dall’altra; paladino della placenta.
Le foto alludono e rimandano ad eloquenti
significati simbolici.
***
La politica dà gli indirizzi.
La politica – quella vera – è
espressione di un territorio.
Ascolta, comprende ed interpreta, per
rappresentare fedelmente, le istanze di un territorio.
Ed il territorio fu con lui.
Ed i Tecnici dovettero trovare
un’altra soluzione.
Stesso problema, stessi Tecnici, ma
altra soluzione, dopo l’intervento politico.
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Se anche avesse la memoria corta, come quella dello Smemorato di Collegno, Eraldo
Botta non potrebbe dimenticare l’esempio di un politico a tutto tondo, come
Gian Luca Buonanno.
Se qualcuno avesse chiesto al “Piccolo
Re”: scusi, Onorevole Buonanno, ma lei è d’accordo che si faccia la “Letamaia”
del Bombardieri, oppure la fabbrica dei pallets che Iren vuole piazzare a
Vercelli?
Quello avrebbe risposto come risponde un
uomo: sì sono d’accordo, oppure, no, non sono d’accordo.
Non avrebbe certamente detto: decidono
i Tecnici.
Ma andiamo con ordine.
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Sappiamo che, nel corso del 2018, la
regìa del rifiuto che ha casa in Corso Svizzera a Torino (la Sede di Iren), ha
elaborato un vero e proprio piano di invasione della città di Vercelli e del
suo territorio.
Hanno, forse, pensato che la città
potesse sopportare tranquillamente l’urto di una vera e propria bomba
ecologica, come l’arrivo di duecentomila tonnellate l’anno di
rifiuti di varia natura, provenienti da tutta la Pianura Padana, portati qui,
complessivamente, da qualcosa come 8 mila camion.
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Perché una cosa del genere
a Vercelli?
Bisogna sapere che noi, in giro per il
Piemonte, abbiamo una fama – come dire? – piuttosto singolare: anche a livello
statistico, secondo i parametri di indagine sociale, siamo considerati come
coloro che poi, intanto, alla fine, sopportano tutto.
Basti pensare che abbiamo sopportato l’Inceneritore, la Polioli: 30 anni di
reliquati inquinanti in falda, oltre che nell’aria.
Basti pensare che la carcassa dell’Inceneritore è sempre lì, da smantellare
ed il sedime su cui insiste da bonificare.
Ma nessuno dice niente.
Dovrebbe pensarci Atena
Asm, è ovvio.
E’ altrettanto ovvio che il Comune è
Socio al 40 per cento di Asm.
Perché il Socio non dice,
ad esempio in Consiglio di
Amministrazione (ci sono, per conto di Palazzo Civico: Angelo d’Addesio,
Daniele Baglione, Antonio Prencipe) qualcosa come: allora, Signor
Amministratore Delegato, quand’è che ci porta il progetto per smantellare la
carcassa?
Così vediamo quanto costa, possiamo
assegnare senza ulteriore indugio l’incarico ad un’Azienda?
Perché non dicono qualcosa del genere,
almeno che si sappia?
Perché se, in ipotesi, invece lo
dicono, ma nessuno ne sa niente, allora è come non dirlo.
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Ma non divaghiamo.
Allora, nel corso del 2018
Iren ha confezionato il progetto pallets
– trucioli, la lavorazione di 100 mila tonnellate l’anno di legno di scarto
intrise di formaldeide.
Arrivano qui da tutta la Pianura Padana,
dove le raccoglie il sistema – Iren.
Quanto legno di scarto
produce la provincia di Vercelli?
Duemilacinquecento tonnellate.
Le altre 100 mila sono un
regalo che ci fa Iren.
Un’industria che produrrebbe
pochissima occupazione, in cambio di un rischio enorme.
La politica cosa dice?
La politica di
Centrosinistra e di Centrodestra abbozza.
Il progetto è nato nel corso
dell’Amministrazione di Maura Forte.
Ma l’Amministrazione di Andrea Corsaro
l’ha sostanzialmente fatto proprio.
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Il denominatore comune è
uno.
Il sistema dei partiti.
Non è un caso che le
opposizioni sia alla “Letamaia”, sia
ai “Trucioli” nascano e siano organizzate (non ancora abbastanza) da
esponenti di Liste Civiche, senza relazione con il sistema dei partiti.
Sistema con il quale Iren
è capace di “dialogare”.
Con il Pd, ma anche con la Lega se la
fa alla grande.
Corso Svizzera arriva alle
Segreterie Politiche e, poi, per li rami, ai
sottoposti.
Come fa ad arrivarci, quali sono gli
argomenti di dialogo?
Non arriva agli esponenti
delle Liste Civiche (e nemmeno, per verità,
del Movimento5Stelle).
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Come abbiamo già
osservato, dei due rischi per Vercelli ed il
Vercellese, quello peggiore è sicuramente il progetto “pallets – trucioli”.
E’, inoltre, quello che sta procedendo
in modo più spedito.
Entro il 31 luglio è previsto che si
riunisca di nuovo la Conferenza dei Servizi.
Per esaminare l’integrazione agli
elementi progettuali che non hanno convinto a dicembre scorso.
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La Provincia, Eraldo
Botta, sono d’accordo?
Fino ad ora si è solo sentito questo
disco rotto: i Tecnici parleranno da Tecnici.
Ma gli Amministratori, i rappresentanti del territorio, cosa dicono?
Hanno un’opinione?
Se ce l’hanno, la vogliono dire?
Perché è giusto che la gente sappia:
Eraldo Botta pensa così e cosà.
Doriano Bertolone (il Consigliere
delegato all’Ambiente) pensa così e cosà.
Purtroppo, nessun Consigliere
provinciale di Vercelli può dire come la pensi, né su letamaia, né su trucioli,
che la regìa del rifiuto vuole ficcare proprio qui, nel territorio urbano,
nella città d’arte.
Un nuovo concentramento
nello stesso quadrante: dopo quello “Inceneritore
– Polioli”, ora è “Letamaia – Pallets”.
Gli attori, mutatis
mutandis, non cambiano molto.
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Tutto questo nella città dove – lo dicono i dati epidemiologici – già si muore di più
per tumori.
Dove di camion ne arrivano già a
bizzeffe per portare le merci di tutta la logistica, Amazon compresa, che si è
insediata qui.
Perché nessun Consigliere
Provinciale che rappresenti la città di
Vercelli può parlare?
Molto semplice: perché la città di Vercelli, che pure conta 33 Consiglieri
Comunali, che pesa di più in termini elettorali in tutti comuni della
provincia, non ha nemmeno un Consigliere Provinciale.
La regìa della politica ha – forse lucidamente, peggio ancora se involontariamente – ottenuto
che in Consiglio Provinciale siedano soltanto persone rappresentative
della periferia.
Tutte, per la verità, degnissime: ma
il problema non è questo.
Il problema è che in Consiglio
Provinciale non c’è nessuno della città di Vercelli.
Non è mai successo dal 1927
in poi.
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Non è mai successa, nemmeno, una cosa
come questa: Vercelli terra del rifiuto, almeno nei disegni di Iren.
Di Iren e dei politici che sono d’accordo
con Iren.
Perché sono così d’accordo?
Ma a questi disegni, il territorio
saprà opporsi efficacemente?
Saprà, soprattutto, “stanare” tutti
coloro che fanno i pesci in barile?
Perché, oggi, la neutralità è ciò
che i registi del rifiuto si augurano.