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TRIPPA PER I GATTI / 659 - Via Prati, la Caporetto del Teorema dell'Oriundo - Cadono falciati da colpi di obizzo il Primo e Secondo Postulato - Disservizio tollerato: fa risparmiare - Fa crescere gli utili di Atena Asm e i dividendi per il Comune

Poiché la natura non ammette il vuoto, ecco che il niente della Giunta del Niente pare essersi riempito dei contenuti della propaganda di Iren.

Diciamo subito che le cose sono, se possibile, peggiorate.

Perché la situazione dei rifiuti è sempre uguale.

Ma oggi, al “partito dei castigamatti” si sono del tutto allineati anche i nuovi ed estemporanei reggitori della Cosa Pubblica, eletti il 9 giugno 2019.

Poiché la natura non ammette il vuoto, ecco che il niente della Giunta del Niente pare essersi riempito dei contenuti della propaganda di Iren.

Ma andiamo con ordine.

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IL TEOREMA DELL’ORIUNDO ED IL SUO 

PRIMO POSTULATO

 

Il Lettore ricorderà quello che, in precedenti articoli, avevamo chiamato il “Teorema dell’Oriundo”.

Il primo postulato era (ed è):

finchè ci saranno i cassonetti, ci sarà sempre l’immondizia per strada (I P. T.d.O.).

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- e qui - 


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Assioma, evidentemente, indimostrabile.

Anzi, si dimostrò il contrario, perché comminando un po’ di sanzioni, in un fugace periodo nel corso del 2017 quelli di Atena Asm furono costretti a raccogliere l’immondizia.

Naturalmente, è sempre stata vera una cosa: la guerra tra incivili ed inadempienti la perdono solo le persone per bene.

Perché è chiaro che i rifiuti vadano conferiti correttamente.

E’ altrettanto chiaro che il Comune paga Asm perché, a termini di contratto, primo: metta un numero sufficiente di cassonetti, se no come si fa a porvi correttamente i rifiuti (specie plastica e vetro) se sono già strapieni; secondo: si facciano i passaggi regolari e nel numero previsto dal contratto; terzo: si sostituiscano i cassonetti rotti.

Ma, quarto, soprattutto, si applichi il contratto di nettezza urbana tra Comune e Atena Asm, anche nella parte in cui prescrive che il sedime, attorno al cassonetto, deve essere sempre pulito.

Senza inventarsi scuse da monelli come, ad esempio, quella che attorno ai cassonetti vi siano vere e proprie discariche abusive e via fantasticando di frivolezze buone per adolescenti.

Ma, se, nei fumetti de “Il Monello”, a sanzionare Bibì e Bibò ci pensava Capitan Cocoricò, ed a sistemare come si conviene Superbone provvedeva l’arcigna zia, qui, invece, pare proprio che prevalga un maleinteso spirito montessoriano e, in genere, una filosofia no blame degna di miglior causa.

Cioè, qualcuno si è sempre lasciato abbindolare dalla teoria della discarica.

Qualcuno ha sempre preferito dare dell’incivile ai propri concittadini (che in qualche caso lo sono).

Giunge ora notizia che vi sia l’ultimo ( ma già “acquistato”, nel senso di acquisito alla causa ) dabben uomo della serie, che giri addirittura con lo smartphone caricato di filmini dimostrativi (presuntivamente) della bicciolana inciviltà.

Indigena ed autoctona inciviltà, alla quale anche la migliore buona volontà dei nuovi padroni di Iren dovrebbe, infine, arrendersi.

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Non sappiamo se qualcuno ci caschi, ma non vi sarà termine del contratto di compravendita che riuscirà a restare occultato.

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EDUCARE, NON PULIRE

Parafrasando i pedagogisti convinti che si debba “educare, non punire”, quelli di Atena Asm, sostenuti da qualche “brand” comunale, tentarono di stabilire, dunque, il principio secondo cui – stante la verità assiomatica del cassonetto attrattore di incivili – occorresse, prima ancora di pulire, educare, con le buone o le cattive (le multe) il popolo incivile di Vercelli.

Non funzionò subito, perché i comunali reggitori delle caudali appendici dei boiardi di Iren, furono subito scoraggiati da uno tsunami di improperi.

Ma ci hanno sempre riprovato.

Finchè, come abbiamo visto, sono arrivati altri e con loro anche il fessacchiotto con lo smartphone caricato a filmini di propaganda.

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IL SECONDO POSTULATO DEL TEOREMA DELL’ORIUNDO

 

Noi puliamo e cinque minuti dopo riportano i sacchi vicino ai cassonetti (II P. T.d.O.)

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Le due proposizioni, la maggiore e la minore, fanno a pugni.

La prima – noi puliamo – è tutta da dimostrare e la seconda “cinque minuti dopo….”

Bisognerebbe pensare che qualche callido epigono vercellese di Kattivik se ne stesse in agguato, nel buio di un fatiscente androne condominiale, sacco in pugno, ad attendere il passaggio degli Addetti Atena Asm e, un volta che questi avessero girato l’angolo dopo lo svuotamento dei cassonetti…. Zaaaak!

Ne riportasse “cinque minuti dopo”, non un minuto di più, un altro.

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E LE COSE DA RIDIRE FINISCONO QUI

 

Le fotografie messe a repertorio nel corso di questa settimana in Via Prati dimostrano, in realtà, l’assoluta inconsistenza del Teorema dell’Oriundo.

Se si tolgono i cassonetti (prima da Via Testi, poi dalla stessa Via prati, come gli articoli precedenti ricordano) non si fa altro che dare dei fastidi alle persone per bene, che conferiscono regolarmente.

Certo, Atena Asm risparmia.

Educa e non pulisce.

I sacchi neri sono lì da una settimana (ci sono anche oggi, 14 luglio).

Se esistesse un controllo comunale, posto che siamo in Via Prati e non in qualche sperduta periferia, si farebbe presto a segnalare la circostanza.

Di tanto in tanto, il Diversamente Utile Assessore al Decoro (e ridiamo) Urbano manda a dire che ci saranno nuove figure preposte alla vigilanza: e si vede.

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Ma, come abbiamo visto, ormai Iren sembra avere conquistato anche i cuori (solo i cuori?) di quelli che dovrebbero contrastare Iren.

Perché è chiaro che, fare gli utili incamerando i corrispettivi e e vedersi saldate le fatture per il servizio di nettezza urbana, e poi non sostenere i costi che l'incarico (l'incarico, non l’attività Educational) comporta, sono buoni tutti.

Gli utili di Atena Asm quest’anno (consuntivo 2019) sono stati di circa 5 milioni di euro. 


- leggi qui, integrale, il Bilancio 2019 dell'Azienda di Corso Palestro - 


Di questi, il 40 per cento va al Comune di Vercelli, in quanto è del Comune il 40 per cento del Capitale Sociale di Corso Palestro.

Allora, non si può fare a meno di pensare: ma se, invece di 5 milioni, l’utile fosse stato “solo” di 4 milioni, ma con quel milione di euro di differenza si fossero assunte più persone per il ciclo della raccolta, effettuati più passaggi, effettivamente sorvegliati e controllati meglio i conferimenti, non sarebbe stata una cosa migliore?

Il Comune deve dare un servizio ai cittadini che lo pagano tramite la Tari, oppure deve fare gli utili?

Utili che, poi, per il 60 per cento finiscono ad Iren?

Quella tra Socio di minoranza che intanto non conta niente e Cliente titolare di un contratto di nettezza urbana, è una promiscuità che è sempre più pericolosa e dalla quale si esce in un modo solo.

Non dimentichiamo che questa promiscuità poteva avere qualche (debole) ragion d’essere quando, in sostanza, Atena Asm era del Comune.

Dopo il 2015, quando è, di fatto, di Iren, è solo pericolosa.

A ciò si deve aggiungere il rischio ulteriore rappresentato dalla capacità di “farsi voler bene” di Iren.

Rivediamo questo filmato, dal nostro repertorio - 

VENITE A PULIRE VIA SCALISE from Guido Gabotto on Vimeo.