Come abbiamo anticipato nel nostro precedente articolo
del 4 settembre scorso
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siamo in grado di pubblicare integralmente la
relazione di Arpa Piemonte sul progetto pallet / trucioli proposto da
Asm Vercelli spa.
Se Asm Vercelli lo propone, è segno che è d’accordo
la Giunta di Andrea Corsaro.
Ma andiamo con ordine.
Ma, prima ancora, ecco il link
per raggiungere la relazione di 52 pagine di Arpa
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a proposito della quale una cosa si può, prima di
tutto ed anche da parte del profano, dire: grazie.
Grazie a questi Tecnici che hanno redatto un documento
veramente completo.
Le criticità evidenziate
dovranno avere (se potranno averle) risposte precise.
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1. IL
QUADRO DELLE RESPONSABILITA’
Chi vuole, dunque, questo impianto
che, collocato a poche centinaia di metri dall’abitato di Vercelli (area
Motorizzazione Civile), in quella direzione, significa anche la zona
Ospedale?
Lo dice chiaramente la relazione di Arpa:
il fornitore del legno di scarto che sarebbe lavorato qui a Vercelli è uno
solo, Iren spa.
Sono 110 mila tonnellate l’anno.
La provincia di Vercelli, tutta insieme, ne produce
2.500.
Quindi ci portano qui la roba raccolta in tutta la
Pianura Padana, con 5 mila passaggi di camion in entrata ed altrettanti in uscita.
Per lavorare tutto questo legno di scarto, occorrono
oltre 50 mila metri cubi d’acqua.
Quanti sono 50 mila metri cubi?
Per fare un esempio, si pensi che la piscina Enal
contiene circa 1.200 metri cubi.
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Ma non sarebbe corretto attribuire la
responsabilità di questa realizzazione ad Iren.
Perché il progetto è proposto da Asm Vercelli
spa.
Che è, al 40 per cento, del Comune di Vercelli, cioè
di tutti i cittadini di Vercelli.
Lo Statuto di Atena Asm è chiaro: per operazioni
di straordinaria amministrazione occorre anche il consenso del Socio di
minoranza.
Quindi, la Giunta di Andrea Corsaro è d’accordo.
La maggioranza che sostiene questa
Giunta (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) è d’accordo.
Così come era d’accordo il Pd,
perché il progetto nasce nel 2018, “negoziato” per un anno dalla precedente
Amministrazione.
Un altro dei tanti esempi che autorizza gli
osservatori politici a dire: la Giunta Corsaro altro non è se non la
prosecuzione della precedente.
Iren sa come farsi voler bene.
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VERCELLI
COSA C’ENTRA CON I RISCHI INDUSTRIALI DI IREN,
DI UN’IMPRESA PRIVATA CON FINE
DI LUCRO?
Così i cittadini di Vercelli sanno
che con i loro soldi pagheranno queto insediamento industriale.
Costerà 40 milioni di euro, di cui il 40
per cento della città di Vercelli.
A chi renderà?
Intanto, ad Iren che, così, saprà dove smaltire i
rifiuti che raccoglie in tutta la Pianura Padana.
Poi si vedrà
se ciò vorrà anche dire utili per Atena Asm e quindi dividendi per il Comune di
Vercelli.
Per ora, deve registrarsi il tentativo
di Iren di non distribuire gli utili 2019, perpetrato già in
occasione del Bilancio 2019
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Alla politica vercellese
ed a tutti coloro che non sono (ancora) servi di Iren è, tuttavia, sottoposta
una ulteriore ragione di riflessione.
Che si può riassumere in una domanda.
Cosa c’entra questo impianto con la “mission” di
Atena Asm?
Cosa c’entra con l’interesse pubblico, un’attività
industriale, l’assunzione di un rischio d’impresa da
parte del Comune?
Asm Vercelli
(prima Aasm, poi Atena, poi Atena Patrimonio e Atena spa, quindi, di nuovo,
una sola Atena, poi la Asm Vercelli dopo la cessione ad Iren) è sempre
stata un’azienda che ha un compito preciso: erogare servizi nei settori
energia, acqua e ambiente.
Al minor costo possibile per i destinatari di quei
servizi, i cittadini.
Non esiste, nello Statuto di Asm
Vercelli (non è mai esistita) la previsione esplicita di
svolgere attività del genere.
Che, comunque, sono (in astratto)
legittimate dal fatto che, come tutti gli statuti, anche
quello della multiutility di Corso Palestro consente altre operazioni affini.
E qui – siccome si parla di rifiuti –
forse di affinità si può parlare.
Ma la questione non è di tipo giuridico.
E, del resto, il Collegio Sindacale non ha
eccepito.
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LE
RESPONSABILITA’ DELLA POLITICA
La questione è sottoposta al sistema
politico, per una valutazione proprio sulla “mission”: ma
siamo sicuri che la città di Vercelli debba essere coinvolta in un processo
industriale, condividere un rischio industriale?
Ad Andrea Corsaro, alla sua Giunta, alla
maggioranza che li sostiene, quindi ad ogni singolo
Consigliere Comunale di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, ogni
cittadino vercellese potrebbe chiedere: ma perché volete coinvolgere /
coinvolgerci in un’intrapresa che non c’entra niente con noi?
Il cittadino che così parlasse al
Sindaco (sempre ammesso che ci riuscisse, perché ogni
giorno si ha notizia di appuntamenti negati) ad un Assessore, ad un
Consigliere, potrebbe capitare di sentirsi rispondere: eh, che vuoi
farci, ormai siamo in minoranza per colpa della Forte.
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Sarebbe una risposta mendace.
Abbiamo visto che, se si volessero opporre, avrebbero
tutto il diritto e la possibilità di dire no: per decidere ci vuole la
maggioranza qualificata in Consiglio di Amministrazione di Atena Asm.
Vuole dire che, per presentare questo progetto,
Iren ha bisogno anche del voto di Angelo D’Addesio, Daniele Baglione,
Antonio Pencipe, Consiglieri di Asm Vercelli di nomina Comunale, che devono
seguire gli indirizzi del Socio Comune di Vercelli, quindi della Giunta e del
Sindaco pro tempore.
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La relazione di Arpa che pubblichiamo
integralmente è già eloquente per i profili
ambientali.
D’Addesio, Baglione, Prencipe, Corsaro e
con loro Luigi Michelini (Assessore alle Partecipate) e tutti
gli altri si sono già assunti pesanti responsabilità.
Hanno già detto di sì.
Hanno rifiutato di chiedere (almeno chiedere) alla
Conferenza dei Servizi presso la Provincia di Vercelli di sottoporre il progetto
a “Vis”, valutazione di impatto sanitario.
Chiedere non è peccato, ma forse è lesa maestà nei
confronti del Socio padrone Iren.
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Quindi la maggioranza di Andrea Corsaro
vuole la fabbrica dei pallet, ma, per ora, non sa dire
perché la vuole, cosa gliene possa importare al cittadino di Vercelli.
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Mentre sono sempre più numerosi coloro
che dicono: se Iren vuole utilizzare Atena Asm come una cosa
propria, liberissima.
Però, allora, finisca almeno di pagarla.
Si compri anche quel 40 per cento di azioni che
ancora sono del Comune, dia a Palazzo Civico i 50 milioni di euro che, per ora,
ancora valgono.
Strade separate, nella chiarezza.
Senza equivoci: presupposto (forse) di rapporti più
trasparenti e di reciproca soddisfazione per tutti.
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Perché, il punto è sempre quello:
di fatto Iren controlla tutta Atena Asm, ne è il vero padrone.
Ma non ha finito di pagarla.