L’audiovideo che proponiamo riporta argomenti
semplicemente agghiaccianti.
Per giustificare il parere favorevole all’impianto
di trucioli pallets di Asm Vercelli e accettato dal Comune di Vercelli, la
Provincia di Vercelli dice candidamente: non ci sono precedenti di impianti
come questi.
Perciò ci basiamo sul lavoro fatto
a suo tempo per le Fonderie.
Fonderie, peraltro, già esistenti, che
richiedevano modifiche delle emissioni.
Sicchè, la valutazione sulla possibilità che nel
territorio comunale di Vercelli si insedi un’industria a fortissimo impatto
ambientale, per la Provincia si fa sulla base del lavoro già svolto con le
fonderie.
Lasciando ad Asm licenza di puzzare e liberare in
atmosfera secondo i criteri che si dà da sé, per tutto il primo anno di
funzionamento.
Ma – le parole sono verso la fine del video,
semplicemente surreale – tenendo anche conto che gli interventi per ridurre
le emissioni, si sa, sono un po’ costosi e l’azienda spende già tanto.
Agghiacciante.
Sono sei minuti che vale la pena di ascoltare.
E poi valutare.
***
Nel video si sentono parlare, dapprima, brevemente, Piero
Gaetano Vantaggiato, Dirigente del Settore Ambiente e Presidente della
Conferenza dei Servizi, per un breve tratto una certa “Valentina” e poi, come
Relatore, Paola Carello, Funzionario Tecnico della Provincia di
Vercelli.
***
Ecco come commenta Lillo Bongiovanni che ha
partecipato ai lavori, ieri 21 dicembre, in rappresentanza dei tre Comuni
limitrofi che hanno preso parte alle varie riunioni.
“Il Comune di Vercelli ha semplicemente
calpestato i diritti dei cittadini di Lignana, Desana ed Asigliano Vercellese.
E lo ha fatto come se niente fosse, pare
senza neppure porsi il problema.
Da un punto di vista dei rapporti
istituzionali questo è un precedente che non è neppure il caso di definire
grave, è unico e, da qui in avanti, vedremo che conseguenze avrà”.
Lillo Bongiovanni, Vice Sindaco di Asigliano
Vercellese, non usa perifrasi per entrare in argomento.
Il “via libera”
(che è arrivato ieri dalla Conferenza dei Servizi) all’impianto voluto
da Iren e fatto realizzare da Asm Vercelli, dedicato alla produzione di pallet
dalla triturazione di legno di scarto, non è stato un atto unanime.
Bongiovanni ha una lunga esperienza in materia.
E’ stato componente del Consiglio di Amministrazione
di Atena fino al 2014, quando Eros Morandi, l’Amministratore Delegato
nominato da Iren (alloro socio minoritario, al 40 per cento) ed il
Sindaco di Vercelli Andrea Corsaro vollero ad ogni costo riaccendere
l’Inceneritore di Via Asigliano.
Un bagno si sangue,
anche economico, che costò ai vercellesi 3 milioni di euro.
Bongiovanni fu l’unico nel board di
Corso Palestro a votare sempre contro questa
operazione, anche perché la “ricaduta” ambientale interessava i comuni della
Bassa Vercellese non meno di quanto interessasse i cittadini di Vercelli.
La storia pare ripetersi.
“Mai mi sarei aspettato un atteggiamento
così arrogante, soprattutto da parte di chi recita più parti in commedia.
Il Comune di Vercelli è il nostro primo
“vicino di casa”, ma non solo: la comunicazione, l’osmosi, tra molti di noi che
vivono nei paesi, ma lavorano in città, portano i figli a scuola, in palestra
(vorrei dire in piscina, ma non voglio infierire) è quotidiana.
Trattarci in questo modo è assurdo.
Poi il Comune di Vercelli è Socio di Asm
Vercelli e, come tale, avrebbe potuto opporsi a questo progetto che, tra
l’altro, è stato voluto dalla precedente Amministrazione.
Ma, soprattutto, stupisce la fredda
determinazione con cui dicono: questo stabilimento è
ok, perché il Comune vuole guadagnare.
Insomma: il Comune sacrifica benessere e
inquinamento del territorio, rispetto degli Enti vicini, per guadagnare e lo
dice pure.
Pazienza se ha il coraggio di dirlo ai
propri cittadini amministrati, ma che lo dica a noi che abbiamo solo le
ricadute negative per la nostra gente suona come una provocazione, uno
sberleffo istituzionale”.
Lillo Bongiovanni ha partecipato ai lavori della
Conferenza dei Servizi, ecco come la commenta:
“Devo un ringraziamento sincero ad Arpa
e Asl i cui Tecnici hanno messo in chiaro i limiti del progetto di Asm Vercelli
e avrebbero dettato prescrizioni severe, previste nelle loro relazioni.
Non è mai stato rimosso il problema
degli odori e delle emissioni in atmosfera.
Problema ammesso dalla stessa Asm.
Arpa avrebbe posto dei limiti, che poi
Asm avrebbe potuto accettare o non accettare, con le conseguenze ovvie.
Dunque: o sicurezza massima, o rinuncia,
o ricorso al Tar per opporsi alle prescrizioni.
Invece, con atteggiamento
incomprensibile, la Provincia ha, in sostanza, vanificato il lavoro di Arpa.
Ha adottato una decisione che lascio
giudicare: diamo il parere favorevole, facciamo costruire l’impianto e poi,
nel corso del primo anno, facciamo le misurazioni, poi vediamo se stanno
nei limiti.
Insomma, per il primo anno, va in
atmosfera esattamente tutto quello che vuole Asm.
Poi si vedrà.
Ma si vedrà cosa?!
Con uno stabilimento già costruito ed i
lavoratori già assunti chi si prenderebbe la briga di disporre provvedimenti
impopolari?!
Insomma, la Provincia ha deluso due
volte.
La prima,
perché – caso unico, che mi risulti – ha di fatto messo da parte il parere di
Arpa.
In questo genere di autorizzazioni, non
mi risulta sia successo altre volte.
La seconda,
perché ha dato ad Asm licenza di puzzare per tutto il primo anno, poi si vedrà.
Comunque questa vicenda è servita per
chiarire bene chi sta con chi”.
***
Bongiovanni non è l’unico ex Amministratore di Asm
Vercelli ad avere espresso accenti ferme e motivate critiche al progetto.
Dal proprio osservatorio e per altri profili, non è
da meno l’Ing. Gian Luca Borasio, che fu designato da SiAmoVercelli, nel
2014, ad entrare nel CdA di Corso Palestro.
Borasio, vanta una lunga esperienza professionale
nel settore delle Energie alternative, essendo stato Dirigente Industriale di
Imprese anche di livello nazionale, in questo campo.
Così un estratto del suo prestigioso curriculum:” Ha maturato una consolidata
esperienza nel settore dell’energia, dove, da ruoli tecnici, ha assunto
responsabilità crescenti fino a ricoprire ruoli manageriali di rilievo nella
gestione societaria e nella definizione, e realizzazione, delle strategie di
sviluppo.
Si è occupato di fusioni e acquisizioni; ha valutato e pianificato gli
investimenti; ha realizzato e gestito nuove centrali; ha introdotto soluzioni
innovative nei settori del minihydro e della cogenerazione.
Ha coordinato risorse e supervisionato l’amministrazione societaria”.
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Proprio Borasio sfata alcuni (falsi) miti che la
propaganda di Iren e degli amici di Iren ha messo nel ventilatore per
tentare di dare una parvenza di nobiltà ad un impianto che serve ad una cosa
sola: smaltire da qualche parte i rifiuti legnosi che Iren raccoglie in tutta
la Pianura Padana.
Sono 110 mila tonnellate l’anno di “roba” che
saranno portate a Vercelli.
Dal punto di vista industriale, avremo
le mani legate.
Iren porta la materia prima (legno di scarto) e la
vende ad Atena Asm al prezzo che vuole.
Poi Atena Asm da questo legno di scarto produce i
pallet.
E chi se li compra?
Iren, naturalmente, al prezzo che vuole.
Insomma, facciamo un servizio ad Iren che ci fa
pagare la materia prima quello che vuole e poi ci acquista il prodotto finito
al prezzo che vuole.
E qualche dabben uomo del Comune di Vercelli
fingerebbe pure di non capire il rischio intrinseco di un rapporto a tal
punto subordinato al padrone.
Ma ecco il pensiero di Borasio su uno degli aspetti
più millantati: non si abbatteranno più circa 150 mila alberi, grazie al
recupero del legno di scarto:
“Il legno di scarto (ne arriveranno a
Vercelli 110 mila tonnellate) è la materia prima dell’industria italiana del
mobile, per la produzione di pannelli”.
Insomma, vuol dire che ci erano già arrivati altri
all’idea di recuperare quel legname?
Risponde Borasio:
”Visto che Iren porta a Vercelli questo
rifiuto legnoso, prelevandolo dai centri di raccolta, è evidente che quella
quantità mancherà all'industria del mobile la quale, a sua volta, dovrà
utilizzare altro legno abbattendo alberi pari a quelli che credono di salvare.
L'economia circolare del rifiuto di
legno sarà da più di 50 anni che la pratica l'industria del mobile senza che
avvocati o economisti l'abbiano mai notato.
Mi chiedo: ma gli stessi Avvocati,
economisti, manager di Asm e Iren non pensano alle difficoltà che la
destinazione dei rifiuti di legno al prospettato impianto crea alle aziende del
mobile o a quelle che già producono pallets?
È logico che ASM o Iren entrino in un
mercato che non è loro, provocando crisi alle piccole società che già vi
operano?
Quanti posti di lavoro si perderanno per
i 30 nuovi creati per questa folle avventura?
Ma di che economia circolare si parla;
non è per nulla innovativa, sottrae materie prime a chi già la pratica, non
crea valore incrementale”.
***
La giornata di ieri, dunque, è stata una brutta giornata
per la Pubblica Amministrazione, per il territorio, per la gente di Vercelli e
del Vercellese, di questa bella e “calda” conurbazione cui la città dà vita
insieme a tanti centri “fratelli” dalla Bassa.
Come ha ricordato Bongiovanni, l’osmosi tra città e
territorio è quotidiana ed il flusso di rapporti, relazioni di collaborazione,
affetti non si ferma ai confini amministrativi dei rispettivi Comuni.
Non si ferma.
Ma da ieri c’è un riferimento in più: si vede meglio
da che parte stanno gli amici di Vercelli e del Vercellese e da che
parte stanno gli amici di Iren.
La vicenda trucioli – pallets, poi, sembra tutt’altro
che conclusa così.