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IL VIDEO DALLA CONFERENZA DEI SERVIZI - Paola Carello, tesi agghiacciante: per autorizzare mutuato il criterio delle Fonderie - Lillo Bongiovanni: il Comune di Vercelli calpesta i cittadini dei paesi - Gian Luca Borasio: nemmeno un albero salvato

L’audiovideo che proponiamo riporta argomenti semplicemente agghiaccianti.

L’audiovideo che proponiamo riporta argomenti semplicemente agghiaccianti.

Per giustificare il parere favorevole all’impianto di trucioli pallets di Asm Vercelli e accettato dal Comune di Vercelli, la Provincia di Vercelli dice candidamente: non ci sono precedenti di impianti come questi.

Perciò ci basiamo sul lavoro fatto a suo tempo per le Fonderie.

Fonderie, peraltro, già esistenti, che richiedevano modifiche delle emissioni.

Sicchè, la valutazione sulla possibilità che nel territorio comunale di Vercelli si insedi un’industria a fortissimo impatto ambientale, per la Provincia si fa sulla base del lavoro già svolto con le fonderie.

Lasciando ad Asm licenza di puzzare e liberare in atmosfera secondo i criteri che si dà da sé, per tutto il primo anno di funzionamento.

Ma – le parole sono verso la fine del video, semplicemente surreale – tenendo anche conto che gli interventi per ridurre le emissioni, si sa, sono un po’ costosi e l’azienda spende già tanto.

Agghiacciante.

Sono sei minuti che vale la pena di ascoltare.

E poi valutare.

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Nel video si sentono parlare, dapprima, brevemente, Piero Gaetano Vantaggiato, Dirigente del Settore Ambiente e Presidente della Conferenza dei Servizi, per un breve tratto una certa “Valentina” e poi, come Relatore, Paola Carello, Funzionario Tecnico della Provincia di Vercelli.

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Ecco come commenta Lillo Bongiovanni che ha partecipato ai lavori, ieri 21 dicembre, in rappresentanza dei tre Comuni limitrofi che hanno preso parte alle varie riunioni.

“Il Comune di Vercelli ha semplicemente calpestato i diritti dei cittadini di Lignana, Desana ed Asigliano Vercellese.

E lo ha fatto come se niente fosse, pare senza neppure porsi il problema.

Da un punto di vista dei rapporti istituzionali questo è un precedente che non è neppure il caso di definire grave, è unico e, da qui in avanti, vedremo che conseguenze avrà”.

Lillo Bongiovanni, Vice Sindaco di Asigliano Vercellese, non usa perifrasi per entrare in argomento.

Il “via libera” (che è arrivato ieri dalla Conferenza dei Servizi) all’impianto voluto da Iren e fatto realizzare da Asm Vercelli, dedicato alla produzione di pallet dalla triturazione di legno di scarto, non è stato un atto unanime.

Bongiovanni ha una lunga esperienza in materia.

E’ stato componente del Consiglio di Amministrazione di Atena fino al 2014, quando Eros Morandi, l’Amministratore Delegato nominato da Iren (alloro socio minoritario, al 40 per cento) ed il Sindaco di Vercelli Andrea Corsaro vollero ad ogni costo riaccendere l’Inceneritore di Via Asigliano.

Un bagno si sangue, anche economico, che costò ai vercellesi 3 milioni di euro.

Bongiovanni fu l’unico nel board di Corso Palestro a votare sempre contro questa operazione, anche perché la “ricaduta” ambientale interessava i comuni della Bassa Vercellese non meno di quanto interessasse i cittadini di Vercelli.

La storia pare ripetersi.

“Mai mi sarei aspettato un atteggiamento così arrogante, soprattutto da parte di chi recita più parti in commedia.

Il Comune di Vercelli è il nostro primo “vicino di casa”, ma non solo: la comunicazione, l’osmosi, tra molti di noi che vivono nei paesi, ma lavorano in città, portano i figli a scuola, in palestra (vorrei dire in piscina, ma non voglio infierire) è quotidiana.

Trattarci in questo modo è assurdo.

Poi il Comune di Vercelli è Socio di Asm Vercelli e, come tale, avrebbe potuto opporsi a questo progetto che, tra l’altro, è stato voluto dalla precedente Amministrazione.

Ma, soprattutto, stupisce la fredda determinazione con cui dicono: questo stabilimento è ok, perché il Comune vuole guadagnare.

Insomma: il Comune sacrifica benessere e inquinamento del territorio, rispetto degli Enti vicini, per guadagnare e lo dice pure.

Pazienza se ha il coraggio di dirlo ai propri cittadini amministrati, ma che lo dica a noi che abbiamo solo le ricadute negative per la nostra gente suona come una provocazione, uno sberleffo istituzionale”.

Lillo Bongiovanni ha partecipato ai lavori della Conferenza dei Servizi, ecco come la commenta:

“Devo un ringraziamento sincero ad Arpa e Asl i cui Tecnici hanno messo in chiaro i limiti del progetto di Asm Vercelli e avrebbero dettato prescrizioni severe, previste nelle loro relazioni.

Non è mai stato rimosso il problema degli odori e delle emissioni in atmosfera.

Problema ammesso dalla stessa Asm.

Arpa avrebbe posto dei limiti, che poi Asm avrebbe potuto accettare o non accettare, con le conseguenze ovvie.

Dunque: o sicurezza massima, o rinuncia, o ricorso al Tar per opporsi alle prescrizioni.

Invece, con atteggiamento incomprensibile, la Provincia ha, in sostanza, vanificato il lavoro di Arpa.

Ha adottato una decisione che lascio giudicare: diamo il parere favorevole, facciamo costruire l’impianto e poi, nel corso del primo anno, facciamo le misurazioni, poi vediamo se stanno nei limiti.

Insomma, per il primo anno, va in atmosfera esattamente tutto quello che vuole Asm.

Poi si vedrà.

Ma si vedrà cosa?!

Con uno stabilimento già costruito ed i lavoratori già assunti chi si prenderebbe la briga di disporre provvedimenti impopolari?!

Insomma, la Provincia ha deluso due volte.

La prima, perché – caso unico, che mi risulti – ha di fatto messo da parte il parere di Arpa.

In questo genere di autorizzazioni, non mi risulta sia successo altre volte.

La seconda, perché ha dato ad Asm licenza di puzzare per tutto il primo anno, poi si vedrà.

Comunque questa vicenda è servita per chiarire bene chi sta con chi”.

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Bongiovanni non è l’unico ex Amministratore di Asm Vercelli ad avere espresso accenti ferme e motivate critiche al progetto.

Dal proprio osservatorio e per altri profili, non è da meno l’Ing. Gian Luca Borasio, che fu designato da SiAmoVercelli, nel 2014, ad entrare nel CdA di Corso Palestro.

Borasio, vanta una lunga esperienza professionale nel settore delle Energie alternative, essendo stato Dirigente Industriale di Imprese anche di livello nazionale, in questo campo.

Così un estratto del suo prestigioso curriculum:” Ha maturato una consolidata esperienza nel settore dell’energia, dove, da ruoli tecnici, ha assunto responsabilità crescenti fino a ricoprire ruoli manageriali di rilievo nella gestione societaria e nella definizione, e realizzazione, delle strategie di sviluppo.
Si è occupato di fusioni e acquisizioni; ha valutato e pianificato gli investimenti; ha realizzato e gestito nuove centrali; ha introdotto soluzioni innovative nei settori del minihydro e della cogenerazione.
Ha coordinato risorse e supervisionato l’amministrazione societaria”.

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Proprio Borasio sfata alcuni (falsi) miti che la propaganda di Iren e degli amici di Iren ha messo nel ventilatore per tentare di dare una parvenza di nobiltà ad un impianto che serve ad una cosa sola: smaltire da qualche parte i rifiuti legnosi che Iren raccoglie in tutta la Pianura Padana.

Sono 110 mila tonnellate l’anno di “roba” che saranno portate a Vercelli.

Dal punto di vista industriale, avremo le mani legate.

Iren porta la materia prima (legno di scarto) e la vende ad Atena Asm al prezzo che vuole.

Poi Atena Asm da questo legno di scarto produce i pallet.

E chi se li compra?

Iren, naturalmente, al prezzo che vuole.

Insomma, facciamo un servizio ad Iren che ci fa pagare la materia prima quello che vuole e poi ci acquista il prodotto finito al prezzo che vuole.

E qualche dabben uomo del Comune di Vercelli fingerebbe pure di non capire il rischio intrinseco di un rapporto a tal punto subordinato al padrone.

Ma ecco il pensiero di Borasio su uno degli aspetti più millantati: non si abbatteranno più circa 150 mila alberi, grazie al recupero del legno di scarto:

“Il legno di scarto (ne arriveranno a Vercelli 110 mila tonnellate) è la materia prima dell’industria italiana del mobile, per la produzione di pannelli”.

Insomma, vuol dire che ci erano già arrivati altri all’idea di recuperare quel legname?

Risponde Borasio:

”Visto che Iren porta a Vercelli questo rifiuto legnoso, prelevandolo dai centri di raccolta, è evidente che quella quantità mancherà all'industria del mobile la quale, a sua volta, dovrà utilizzare altro legno abbattendo alberi pari a quelli che credono di salvare.

L'economia circolare del rifiuto di legno sarà da più di 50 anni che la pratica l'industria del mobile senza che avvocati o economisti l'abbiano mai notato.

Mi chiedo: ma gli stessi Avvocati, economisti, manager di Asm e Iren non pensano alle difficoltà che la destinazione dei rifiuti di legno al prospettato impianto crea alle aziende del mobile o a quelle che già producono pallets?

È logico che ASM o Iren entrino in un mercato che non è loro, provocando crisi alle piccole società che già vi operano?

Quanti posti di lavoro si perderanno per i 30 nuovi creati per questa folle avventura?

Ma di che economia circolare si parla; non è per nulla innovativa, sottrae materie prime a chi già la pratica, non crea valore incrementale”.

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La giornata di ieri, dunque, è stata una brutta giornata per la Pubblica Amministrazione, per il territorio, per la gente di Vercelli e del Vercellese, di questa bella e “calda” conurbazione cui la città dà vita insieme a tanti centri “fratelli” dalla Bassa.

Come ha ricordato Bongiovanni, l’osmosi tra città e territorio è quotidiana ed il flusso di rapporti, relazioni di collaborazione, affetti non si ferma ai confini amministrativi dei rispettivi Comuni.

Non si ferma.

Ma da ieri c’è un riferimento in più: si vede meglio da che parte stanno gli amici di Vercelli e del Vercellese e da che parte stanno gli amici di Iren.

La vicenda trucioli – pallets, poi, sembra tutt’altro che conclusa così.