C’ è il verbale, ci sono le relazioni di
Arpa e di Asl Vercelli.
Quello che è successo in Conferenza dei Servizi il
giorno 21 dicembre è già stato, nella sostanza, raccontato dai nostri articoli
preparati poco dopo la fine della riunione.
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L’argomento in discussione, più che noto: il
permesso di realizzare, concesso ad Asm Vercelli spa, l’impianto per la
lavorazione dei trucioli – pallets, lavorando 110 mila. tonnellate l’anno di rifiuti
legnosi.
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Ora ci sono le verbalizzazioni ed in giornata di
domani sarà possibile linkare gli Atti, con un’avvertenza: tutti coloro che vi
sono citati (destinatari della pec inviata dalla Provincia di Vercelli) hanno
sette giorni di tempo per formulare osservazioni; quindi gli Atti, sia pure in
modo poco più che formale, non sono ancora definitivi.
A maggior ragione, non anticipiamo nulla di ciò che
domani si potrà leggere integralmente.
Vale però la pena di esaminare questo ritaglio che è
– si passi la evidente sovrapposizione – a suo modo “fotografico”.
Da una parte, Asl Vercelli, ed Arpa e, con loro e
senza riserve, i tre Comuni di Asigliano Vercellese, Lignana e Desana.
In sostanza, se fosse per loro, prima di
incominciare il lavoro dei trucioli – pallets, Asm Vercelli spa dovrebbe
spiegare come fa a garantire i limiti (emissioni in atmosfera, riutilizzo delle
acque bianche e, soprattutto, le cosiddette “emissioni odorigente”; la puzza)
previsti dai Tecnici di Arpa.
Dall’altra parte, il Comune di Vercelli che fa il
pesce in barile, dicendo in sostanza (ed anche nella forma) che si rimette alla
decisione della Provincia.
Sì, proprio così.
Il Comune Capoluogo nel cui territorio, in quella
che Asl chiama la “localizzazione proposta, confinante con altre attività lavorative
anche di natura terziaria”, viene catapultato uno stabilimento che lavorerà
(lavorerebbe) 110 mila tonnellate l’anno di rifiuti legnosi, si allinea.
Tocca a Pino Scaramozzino rendere questa
dichiarazione che, però, possiamo immaginare trovi la sintonia della Giunta del
Niente.
Niente fino ad un certo punto: sembra che, quando si
tratta di Iren, scattino come molle.
Ora cosa succederà?
E’ assai probabile che, esaminato tutto il poderoso
corpus di documenti, l’opposizione a questo sfregio ambientale potrà esprimersi
in modo più mirato e, quindi, più efficace.
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A questo proposito, molte sono le idee che in queste
settimane si sono sentite, oltre l’ambito delle forze politiche.
C’è chi pensa ad un ricorso al Tar per opporsi al
provvedimento autorizzativo della Provincia; se accolto, l’iniziativa sarebbe,
evidentemente, per lo meno sospesa.
Ma non è possibile, al momento e con la lettura
ancora “a volo d’uccello” di queste carte (digitali) formulare ipotesi con un
capo ed una coda.
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Altri, invece, negli scorsi giorni ha ipotizzato di
ricorrere allo strumento del Referendum consultivo.
Cosa può significare?
Bisogna sapere che lo Statuto del Comune di Vercelli
(non si inventa niente, lo prevede il Testo Unico degli Enti Locali, che
demanda, appunto ad ogni Comune, di dotarsi di queste disposizioni) prevede che
i cittadini possano formulare proposte o dare indirizzi.
Mediante, appunto, lo strumento del Referendum
consultivo.
Anche in questo caso, una strada che, al momento, pare
ardua.
Vediamo perché.
Intanto, per ottenere l’indizione del Referendum,
occorrono circa 3.500 firme di residenti vercellesi.
Ma, fin qui, con un grande lavoro di mobilitazione,
si può anche farcela.
Più difficile il secondo step.
Una volta indetto il Referendum, perché sia valido
occorre che partecipi al voto almeno il 50 per cento degli aventi diritto.
Una partecipazione decisamente grande.
Però, c’è un però…
Attualmente si sta vivendo una situazione di stallo
della politica e dell’Amministrazione.
Le differenze reali sono soltanto di schieramento.
Centrodestra da una parte, Centrosinistra dall’altra.
Ma questi sono, appunto, schieramenti.
I contenuti? La prroposta politica? Le soluzioni per
i problemi, quelli di tutti i giorni, così come quelli di prospettiva, di sviluppo?
Sono in larga parte comuni, le scelte politiche sono
le stesse: di fatto, non c’è (non si vede) una vera alternativa.
Nel pratico, alcuni esempi.
Il primo:
il Coperchio al Centro Nuoto l’ha voluto la maggioranza dell’ex Sindaco Maura Forte
e la maggioranza del nuovo Sindaco Andrea Corsaro l’ha mantenuto e, semmai
fosse stato immaginabile (ed era difficile) l’ha ancora peggiorato.
I cittadini saranno contenti?
Non si tarderà a saperlo.
E’ assai probabile che non sarà scontento Fratel
Marco Ciocca, non sarà scontento il Civ (costruttore del Coperchio) che –
forse – si sta preparando a partecipare alla gara per buttare giù il vecchio
stabile e realizzare, sempre in Via Baratto, altre due vasche all’aperto.
Soddisfatti con Maura Forte, soddisfatti con Andrea
Corsaro.
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Il secondo:
la fabbrica dei trucioli – pallet di Atena Asm Iren.
L’ha voluta la Giunta di Maura Forte (tutti? Non si
sa), l’ha confermata la Giunta di Andrea Corsaro.
Di sicuro sarà contenta Iren spa.
Iren contenta con il Centrosinistra, contenta anche
con il Centrodestra.
E’ assai probabile che, se l’Associazione tra
Imprese costituita da San Germano spa, Asm Vercelli spa e Coop. Rimeco si
aggiudicherà la gara per i servizi di raccolta e smaltimento rifiuti nei Comune
del Covevar (tutta la provincia, tranne il Capoluogo e Borgosesia) tanti nel
Centrodestra saranno contenti. E vedremo perché.
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Il terzo:
la situazione del Cavalcavia di Corso Avogadro è precipitata?
Anche qui, non si vedono le differenze tra prima e
dopo il giugno 2019.
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Il quarto:
l’annoso problema dei doppi e tripli incarichi ad alcuni Dirigenti del Comune.
E’ stata una prassi addirittura statuita dalla Giunta
Corsaro II.
La Giunta di Maura Forte non ha (non è riuscita, perché
qualcuno della maggioranza ci ha provato seriamente) cambiato le cose di una virgola.
Ed ora, con il ritorno del Centrodestra e del “padre”
dei doppi incarichi, siamo, naturalmente, alla giulebbe: doppi, tripli e
multipli incarichi, tutti retribuiti.
E si potrebbe continuare.
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Il problema, dunque, sembra questo:
come si può fare a costruire una vera alternativa, rompendo il pendolarismo tra
Centrodestra e Centrosinistra?
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Alle forze politiche la risposta.
Soprattutto a quelle forze politiche, civiche ed
alternative, che non sono (ancora, almeno) iscritte al club degli amici di Iren.
Ma, qualsiasi risposta si voglia immaginare, il
denominatore comune può essere uno solo: il coinvolgimento del popolo.
E, forse, il modo migliore per incominciare,
potrebbe proprio essere il Referendum: anche se la strada è tutta in salita, il
tempo per fare le cose per bene, per una volta, c’è.