Fanno un po’ gli offesi,
ma non ci casca (quasi) nessuno, tranne quelli a cui fa comodo.
Fanno gli offesi forse perché Vercelli ed i
vercellesi non hanno subito e senza obbiettare calato le brache, come deve
piacere a loro che si faccia.
Sicchè desiderano che il loro disappunto si venga a
sapere.
Non resta che accontentarli.
Ma andiamo con ordine.
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Ieri, 22 marzo, Consiglio di
Amministrazione di Asm Vercelli spa per approvare il
bilancio 2020.
Poche le novità, che vedremo in dettaglio più avanti,
nei giorni prossimi.
L’utile è analogo a quello dell’anno
scorso, di circa 5 milioni di euro.
Detratti gli accantonamenti di Legge e altri ammennicoli,
il 40 per cento di spettanza del Socio Comune di Vercelli potrebbe essere di 1,5
milioni di euro.
Sempre che Iren spa non tenti,
come
nel corso dell’Assemblea dei Soci
(che sono due: appunto il Comune e la stessa Iren) tenutasi
lo scorso anno, di proporre di non distribuire l’utile e di tenerlo accantonato
lì, per la vecchiaia.
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Ai margini della seduta,
due parole d’obbligo sul futuro della fabbrica dei trucioli – pallets.
Roberto Conte,
Amministratore Delegato e uomo (sono modi di dire) di Iren a Vercelli,
avrebbe fatto un po’ il sostenuto dicendo che la Casamadre avrebbe autorizzato
a trattare con imprese locali i lavori edili necessari per costruire lo
stabilimento in Via Cesare Libano (vicino alla Motorizzazione Civile).
E questo si era capito benissimo dalla fregola
che il Club del Mattone aveva manifestato nelle scorse settimane perché fosse
approvato il progetto.
A parte qualche impresa edile, non si sa, però, chi
potrà guadagnarci.
Perché ormai un numero sempre più ampio
di persone si fa due conti.
Anche i più testoni hanno compreso che
la fabbrica dei pallet guadagna o perde a seconda
di come alzi o abbassi l’asticella lo stesso socio – cannibale, cioè Iren.
Spieghiamoci meglio.
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LA
FABBRICA DEI TRUCIOLI – PALLET COSA FA?
Primo: prende il
legno di scarto e lo trasforma in pallet.
Quindi: c’è un costo
di approvvigionamento della materia prima, appunto il rifiuto legnoso.
Chi la fornisce
questa materia prima?
Ma Iren, naturalmente.
A che prezzo?
Al prezzo che le pare e piace.
Peraltro (dicono quelli che ne sanno) dovrebbe
essere a prezzo zero perché, se non la portasse qui, Iren dovrebbe pagare per
smaltire tutta quella roba.
Poi, ci sono i costi
di trasformazione e quelli diamoli per acquisiti.
Infine, i ricavi
sono dati dalla vendita dei pallets.
E chi se li compra i pallet?
Sempre Iren.
A che prezzo?
Indovinato.
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Sicchè se – nella sua generosità – Iren deciderà
che Asm Vercelli (che è l’Azienda alla quale ha rifilato l’investimento, così
per il 40 per cento è con i soldi dei vercellesi) debba guadagnare qualcosa e,
di riflesso, dividere poi quell’utile al 40 per cento con il Comune, sarà una
cosa perennemente lasciata alla discrezionalità di Corso Svizzera.
Che, intanto, il suo business lo fa sul conferimento
del legno e sul prezzo (mite) di acquisto dei pallet.
Se poi vorrà venderci il rifiuto legnoso
a zero euri e mille euri, saranno fatti suoi.
Se vorrà comprarci i pallet
a 1 euro o mille euri, saranno sempre fatti suoi.
Che Asm Vercelli accetterà perché il padrone dell’azienda
è sempre Iren.
Poi, magari, per indorare la pillola, daranno
mille euro per le luminarie natalizie ed assumeranno, tra i 20
Lavoratori addetti allo stabilimento, il cugino germano di qualcuno e il
gioco sarà fatto.
Fantapolitica?
Sarebbe bello essere smentiti, ma per essere
smentiti bisogna vedere il piano industriale, il business plan: insomma, due
conti messi nero su bianco.
Invece, il piano industriale – dove le cifre
relative a queste poste devono essere chiare – è come il Colombre di Dino
Buzzati: non si riesce a vedere.
Nel corso dei lavori di Commissione Bilancio, l’Assessore
al Bilancio ed alle Partecipate (cioè soprattutto ad Atena Asm) Luigi Michelini,
ha detto chiaramente di non averlo mai visto.
Esattamente come il Colombre.
Quindi, i 17 Consiglieri Comunali
che sorreggono la Giunta del Niente: Romano
Lavarino, Gian Carlo Locarni, Margherita Candeli, Simone Boglietti, Giovanni
Fortuna, Francesco Iacoi, Martina Locca, Damiano Maris, Giorgio Malinverni,
Gianni Marino, Carlo Riva Vercellotti, Jose Saggia, Martina Miazzone, Stefano
Pasquino, Alberto Pipitone, Franco Vercellino, hanno votato per avere la
fabbrica dei pallet a Vercelli, prima ancora di conoscere il piano dei conti.
Superfluo dire che, sia i 40 milioni di investimento (se è vero) che la costruzione della fabbrica comporterà, sia, soprattutto, l'andamento dell'attività di trasformazione, saranno suscettibili di incidere sui bilanci del Comune per centinana e forse milioni di euro.
E loro votano a scatola chiusa.
Un Consiglio nel corso del quale il Capogruppo della Lega si è segnalato per la completa adesione alla linea aziendalista, sicchè a taluno è parso atteggiarsi al modo di una entusiasta cheerleader di Corso Palestro.
E sì che, fino a novembre 2019, non lesinava certo censure ad Asm Vercelli spa.
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Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.