Incontro online, venerdì 2 aprile, per la delegazione di
Vercelli dell’Accademia Italiana della Cucina. “Nonostante le nostre speranze, la
situazione pandemica non è mutata e non possiamo ancora ritrovarci in presenza
e riprendere l’attività conviviale – ha detto la delegata di
Vercelli Paola
Bernascone Cappi -. Per questo motivo, come già fatto in occasione del
Natale, continueremo, anche nel corso del 2021, ad incontrarci online con riunioni ed ospiti che manterranno vivo
il nostro spirito accademico”.
“Le carni di Pasqua” è stato il titolo
dell’incontro su Google Meet, con ospite Claudio Limberti, titolare della
RistoMacelleria Rosso 27 di Vercelli, presidente provinciale e consigliere
nazionale Fida Confcommercio, che ha illustrato direttamente dal banco della sua
macelleria, le carni e i tagli più adatti al pranzo di Pasqua:
capretto, agnello e agnellone.
Claudio Limberti, macellaio di seconda
generazione, dopo i primi insegnamenti del padre Giovanni e una lunga gavetta,
nel 2004 con la moglie Gabriella Aietti ha rilevato la storica
macelleria Bottega della Carne, unica associata COALVI. Nel 2015 Limberti
ha
un’intuizione geniale: amplia la macelleria e la trasforma nella
RistoMacelleria Rosso27, un locale camaleontico, da quest’anno nel Registro
delle Eccellenze Italiane, con vendita
al dettaglio durante giorno ed un vero e proprio ristorante negli orari
del pranzo e della cena. La moglie Gabriella tra l’altro è membro dell'ordine
Internazionale ei Discepoli d'Auguste Escoffier.
Claudio Limberti nel corso dell’incontro
online sì è anche esibito nella dimostrazione di una battuta al coltello di cui
è campione italiano.
“La carne ha sempre avuto un ruolo centrale nella storia e
nello sviluppo della società umana – racconta Paola Bernascone Cappi -. Inizialmente la
carne è stata la soddisfazione di un bisogno alimentare, nel corso della storia
però è diventata anche un piacere e un
alimento costitutivo di una determinata appartenenza sociale. Carlo Magno che è
l’archetipo della tensione tra il modello monastico, portatore di valori come la moderazione e il digiuno, e il
modello nobiliare, portatore di valori come il potere e a forza, che
caratterizzò il Medioevo, ha fatto del consumo della carne un tratto caratteristico
della sua iconografia. Eginaldo ci racconta che faceva quattro pasti con carni
diverse e la sua preferita era l’arrosto. In tutte le religioni il cibo ha un
valore simbolico e la carne in particolare è sottoposta a regole molto precise”.
L’incontro online si è chiuso con lo scambio degli Auguri
di una serena Pasqua “sperando – ha concluso Paola Bernascone Cappi - sia veramente
foriera di rinascita”.
Redazione di Vercelli