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TRIPPA PER I GATTI / 38 - Il martirio dell’Arturo - I Padani riuniti al Bar d’Italia colpiscono lui per colpire Lui - Dura requisitoria di Emanuele Pozzolo sul dopo voto e sull’emorragia di consensi della Lega

Il giovane padano non risparmia critiche all’establishment di Controcorrente e rivendica un Assessore provinciale anche per un esponente della città di Vercelli, dimenticata sia dai padani che dal Pdl

Diciamolo francamente: tra Emanuele Pozzolo e Nicolò Machiavelli di differenza ne passa.

Eppure non ci vuole un Machiavelli per mettere in crisi il Commissario cittadino della Lega Nord, Arturo Fontanella, in questa affollata assemblea post elettorale del Carroccio vercellese. Teatro di questa Verdun del barista di Arborio è proprio un caffè. Ma non è nemmeno uno di quei caffè, come ad esempio Le Giubbe Rosse a Firenze, dove si sia fatta la storia. Siamo solo al Bar d’Italia, nelle cui accoglienti sale, ieri sera, lunedì, si consuma il redde rationem del dopo voto leghista.

Difficile, per Arturo, presentare numeri entusiasmanti. Non è mica Sergio Marchionne, del resto.

La Lega arretra in provincia, dove diventa il terzo partito, superata dal Pd. Arretra soprattutto in città di Vercelli, dove conquista percentuali che la avvicinano ai tanto vituperati “comunisti” di Giorgio Comella, Mariapia Massa, Carlo Rossi.

Così l’enfant prodige dell’aquila nera con cuore rosso (simbolo di Alleanza Cattolica, ndr ed a scanso di equivoci) ha gioco facile a presentare il conto alla nomenclatura di “Controcorrente”, il movimento fondato da Gianluca Buonanno e poi travasato pari pari, ma mai del tutto amalgamato, nel partito di Umberto Bossi.

Insomma, la ricetta di Pozzolo è semplice, quanto forse di difficile digestione. Anche per stomaci abituati al tapulone. Primo: fine del periodo di commissariamento della Sezione vercellese. Secondo: congresso cittadino, al più tardi a settembre. Terzo: che nessuno – e quando Pozzolo dice “nessuno” intende proprio lui, il Piccolo Re – si sogni di far eleggere un Segretario cittadino “forestiero”. Al massimo dei Cappuccini. Ma molto meglio se di Vercelli Centro.

Quarto, ma non per importanza: è assolutamente fondamentale che uno dei futuri Assessori provinciali sia di Vercelli. Perché gli ordini che si stanno impartendo a Carlo Riva Vercellotti sono di tutt’altro segno: arriveranno Assessori provinciali dalla Valsesia, dalla Baraggia, dalla Bassa Vercellese, forse da Trino. Ma nessuno dalla città di Vercelli. E come si potrà poi – così parlò Pozzolo – fare crescere la Lega e il Pdl, l’intera coalizione di Centrodestra, nell’Urbe, dove si stanno pigliando le sberle più sonore?

L’Arturo, che aveva già accusato i primi tre ganci, prende questo uppercut come un fatto personale. Anzi, di più. Sa che non è indirizzato a lui, ma al suo capo. Colpiscono me per colpire Lui. Deve pensare. E ciò lo contrista, ma anche lo sostiene. Così, nel sentirsi suocera bersagliata perché nuora intenda, si consola, anche se resta politicamente ammaccato.

Del resto, l’avevano mandato solo ad affrontare una sessantina di Padani sul piede di guerra. Non c’era nemmeno, a difenderlo, Ercole Fossale.