Il Comitato Territoriale Arcigay Rainbow Vercelli-Valsesia
segnala un increscioso episodio avvenuto a Novara che ha visto protagonista una
loro iscritta.
Due giorni fa (19 dicembre), all’uscita della
stazione di Novara, intorno alle ore 18, una nostra iscritta nigeriana è stata
aggredita da un connazionale, tale Solomon.
La ragazza, il cui soprannome è Jen, aveva
conosciuto il suo aggressore in precedenza e fin da subito, in seguito ad
alcune prime avances, aveva chiarito di non essere interessata alla compagnia
di uomini e di essere lesbica.
All’uscita della stazione Jen ha cercato di
evitare Solomon, che però l’ha seguita e per l’ennesima volta le ha
insistentemente chiesto di uscire, non accettando un ulteriore rifiuto.
Solomon le ha indirizzato con rabbia frasi
del tipo “nel nostro Paese queste cose non sono ammesse” ma Jen è stata
nuovamente molto chiara rispondendo “ora sono in Italia, sono libera di fare
ciò che mi fa stare bene”. A quel punto Solomon ha continuato ad insultarla,
dicendole “sei una vergogna!”, per poi arrivare ad aggredirla colpendola al
volto proseguendo con “non finisce qui, nel nostro Paese uccidono le lesbiche e
ti ucciderò”.
Mentre Solomon la picchiava, un capannello di
italiani che osservavano la scena non hanno mosso un dito, neanche per chiamare
le forze dell’ordine.
Jen è riuscita a telefonare a Junior, un suo
amico, collega di lavoro e nostro iscritto anche lui, il quale ha chiamato un’ambulanza.
Tre giorni di prognosi.
Ieri (20 dicembre) Jen si è recata in
Questura per sporgere denuncia, spera che la giustizia faccia il suo corso, e
che quella italiana funzioni meglio di quella in Nigeria.
Jen ora è spaventata, dopo tutto quello che
ha passato crede di non poter essere al sicuro neanche in Italia.
Ha passato così tanti anni a nascondersi e a
vergognarsi di essere lesbica che non vuole ripiombare la propria vita
nell’invisibilità e nella paura.
Ci ha chiesto di parlarne pubblicamente,
perché è una donna, nera e lesbica e sa quanto può essere difficile reagire per
tante donne come lei: vuole diffondere la sua storia per dare coraggio a chi
non riesce a denunciare un’aggressione.
Chiediamo a gran voce una legge contro
l’omotransfobia perché questi atti succedono ogni giorno e dobbiamo smettere di
credere che sia normale.
Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia
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Redazione
di Vercelli