È il primo Gruppo Consiliare ad
alludere esplicitamente alla Mozione di sfiducia, nel caso in cui Giuseppe
Cannata non rassegni le dimissioni:
“In caso contrario, non
potremmo che ricorrere agli strumenti che lo Statuto ed il Regolamento delle
adunanze consiliari mettono a disposizione, per vedere ripristinata la dignità
dell’Aula”.
Nella nota che segue la pubblicazione
del testo pervenuto in questi minuti alle Redazioni, a firma di Roberto Scheda,
per il Gruppo consiliare comunale “Voltiamo Pagina” esamineremo a che condizioni
la Mozione possa essere presentata e votata.
Per ora ecco il documento integrale
inviato da Roberto Scheda, una lettura esemplare per chiarezza di
argomentazioni e misura.
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Ecco il testo:
A nome del Gruppo “Voltiamo Pagina” del Consiglio
Comunale di Vercelli, mi è d’obbligo intervenire sull’episodio increscioso che
ha visto protagonista il Vice Presidente del Consiglio medesimo, Dott. Giuseppe
Cannata.
Credo di poter tralasciare il riassunto dei fatti, dal
punto di vista della cronaca, per dedicarmi all’esame politico e istituzionale
del grave incidente.
Mi permetto soltanto di rammentare che fui proprio io
a celebrare, nella Sala della Giunta Comunale, la prima unione civile tra
persone dello stesso sesso, a Vercelli, tre anni orsono.
Le parole del Dott. Cannata sono sorprendentemente
gravi, tali da dover essere considerate idonee a definire una condizione di
totale incompatibilità con la permanenza del medesimo in quella delicata e
significativa carica istituzionale.
Di quelle parole non intendo qui dare altri giudizi,
perché, se lo facessi, non potrei esimermi dal dovere di soppesarle anche per
altri, gravi, profili.
Voglio augurarmi, insieme ai Colleghi Consiglieri del
nostro gruppo, che la maggioranza sappia risolvere al proprio interno questo
caso e – già nella adunanza di giovedì prossimo – il Consiglio veda presentarsi
le dimissioni dalla carica di Vice Presidente.
Auspico che il Sindaco, nel contraddittorio con le
forze politiche che lo sostengono, tracci una netta linea di demarcazione
rispetto ad ogni contegno omofobo e che vede come cifra distintiva la violenza,
come pure nei confronti di chi sostenga simili “argomenti”: è in gioco la
credibilità ed onorabilità del nostro Ente Locale, Istituzione che lo stesso è
chiamato a rappresentare e che ha raggiunto ora gli onori della cronaca nazionale
in queste forme deprecabili.
In caso contrario, non potremmo che ricorrere agli
strumenti che lo Statuto ed il Regolamento delle adunanze consiliari mettono a
disposizione, per vedere ripristinata la dignità dell’Aula.
Pur trattandosi di circostanza ben diversa nel merito,
per i profili di responsabilità, e per l’esame dei fatti come risultano nella
disponibilità di chi deve esaminarli, crediamo meriti una censura anche il
contegno tenuto poche ore prima dall’Assessore Emanuele Pozzolo.
Teatro della squallida rappresentazione, ancora una
volta, la “piazza virtuale” di Facebook.
Se è virtuale la piazza, reale è stata, purtroppo, la
“piazzata”.
Del tutto esiliati senso della misura e prudenza,
nozione del proprio limite istituzionale.
Se anche (in ipotesi) si potesse riconoscere al
Delegato del Sindaco l’attenuante costituita dalla non conoscenza delle
condizioni sanitarie ed esistenziali della persona interessata non per questo
ci si può rendere lecito sorvolare sull’episodio.
Ci auguriamo che il Sindaco saprà esprimere le
doverose censure ed ammonizioni al proprio Assessore (non eletto ma dal
medesimo direttamente nominato) il quale, come tutti coloro responsabili di
rilevanti ruoli amministrativi, vorrà in futuro uniformare il proprio contegno
a quelle linee di prudenza, continenza e pertinenza rispetto alle materie
affidate, che sono la misura certa della comunicazione legittima, efficace e,
in ultima analisi, doverosa per il Pubblico Amministratore.
Vercelli, lì 23.7.2019
Avv. Roberto Scheda, per il Gruppo Voltiamo Pagina
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Cannata, che fare?
Il day after del “lunedì nero” di
Giuseppe Cannata mette un po’ tutti di fronte alla necessità di passare dal
dire al fare.
E, a quest’ultimo riguardo, solo due
sembrano le strade percorribili.
La prima: è lo stesso interessato a
rendersi conto che ben difficilmente potrebbe più dirigere (se per qualsiasi
motivo il Presidente Gian Carlo Locarni fosse assente) i lavori del Consiglio
Comunale di Vercelli, di cui è Vice Presidente.
E, quindi, rassegna le dimissioni, in
tempo perché la cosa sfumi prima della prossima seduta consiliare, che è alle
porte: giovedì 25 luglio (data di una sinistra allusività, perché segnata dalla
memoria dell’ultimo Gran Consiglio del Partito Nazionale Fascista, nel 1943).
Dimissioni solo dall’Ufficio di Presidenza
o anche dal Consiglio?
La risposta potrebbe averla data
implicitamente il leader Nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha
scaricato Cannata, eletto nelle sue fila.
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La seconda: Cannata non si dimette e,
allora, non c’è che il ricorso alla Mozione di sfiducia.
A questo proposito lo Statuto del
Comune di Vercelli, all’art. 23, è chiaro.
Occorre che la Mozione sia presentata
da almeno 11 Consiglieri Comunali e votata da almeno 22.
Sia per la presentazione, sia per
l’approvazione della Mozione, non dovrebbero esserci problemi di numero anche
perché – a modesto avviso di chi scrive – la firma di presentazione potrebbe
essere apposta in forma elettronica, così da mettere l’iniziativa al riparo
dalle assenze per ferie.
Le prossime ore, dunque, saranno
decisive.