Nell'ambito della Provincia di Vercelli, il Comando di Vercelli ha
supportato l'attività dell'Arma di Nuoro nella esecuzione delle misure
coercitive emesse nei confronti di 5 persone, residenti in Livorno Ferraris e
Bianzè, sottoponendo agli arresti domiciliari: M.M., 25enne; C.P., 21enne; G.F.,
22enne, e la 40enne P.N. ; all’obbligo di dimora: M.R., 53enne.
A conclusione
delle perquisizioni personali e delle abitazioni dei predetti, durante le quali
sono stati sequestrati materiali e supporti informatici che saranno utili a
comprovare ulteriormente le illecite attività, nonché espletate le formalità di
rito, i 5
sono stati sottoposti alle misure degli arresti domiciliari e dell’obbligo di
dimora, come sopra rispettivamente indicato.
Nota Stampa redatta dal Comando Provinciale
Carabinieri di Nuoro, relativa ad attività di servizio effettuata dai Carabinieri di quel comando che ha interessato anche questa provincia
LEGIONE CARABINIERI
SARDEGNA - Comando Provinciale di Nuoro
Nuoro: sgominata
un’associazione criminale dedita alle truffe e alle estorsioni operante nel
nord Italia. Una vittima di ricatto, si è suicidata.
Alle prime luci
dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro, in collaborazione
con i Comandi Provinciali di Torino, Vercelli e Catania hanno dato esecuzione
all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere
e altre emessa dal GIP del Tribunale di Nuoro, in piena condivisione con le
risultanze investigative acquisite, nei confronti di 21 indagati (di cui 2 in
carcere, 14 ai domiciliari, 1 agli obblighi di dimora e 4 a piede libero).
A
carico di tutti gli indagati viene disposto anche il sequestro conservativo di
beni mobili o immobili per un corrispondente di 100.000,00 euro. Il
procedimento penale della Procura di Nuoro, nasce nel 2017, dal suicidio
sspett di un giovane nuorese.
La morte, improvvisa e ingiustificata del
proprio figlio, determina i due anziani genitori a rivolgersi – informalmente –
ai Carabinieri della Stazione del loro paese (al riguardo non è stata
formalizzata alcuna denuncia) per fare luce sulle ragioni che hanno indotto il
giovane a togliersi la vita. Le indagini vengono coordinate dal Sostituto
Procuratore di Nuoro, Dott. Giorgio Bocciarelli.
I Carabinieri di Nuoro,
preliminarmente, raccolgono una serie di elementi sulla vita pubblica dei
social forum dell’uomo, e in particolare su alcuni dettagli presenti nei suoi
profili social, che li induce ad approfondire le attività svolte, nel recente,
con la pubblicazione di alcuni annunci sui siti d’incontri.
Emerge che il
giovane, in attesa di essere assunto quale operatore socio-sanitario presso una
struttura sanitaria, era stato ricattato da un sedicente ispettore della
polizia che, paventandogli possibili ripercussioni per l’occasione lavorativa,
gli richiedeva in più occasioni il pagamento di inverosimili contravvenzioni
per inesistenti violazioni connesse alla pubblicazione degli annunci a sfondo
sessuale sui siti internet.
L’uomo, prima di togliersi la vita, verserà ai
malfattori quasi 5.000,00 euro.
La Procura della Repubblica, a carico del
promotore dell’associazione, ha ipotizzato il delitto di morte come conseguenza
di altro reato.
I militari dell’Arma
tracciando il movimento del denaro estorto e delle comunicazioni informatiche
tra la vittima e il suo aguzzino, riescono a risalire al personaggio principale
dell’associazione dedita alle estorsioni/truffe online.
Un 39enne, piemontese
ma di origine sarda, con precedenti specifici, che si presenta alle sue
vittime come: matricola ER432, Ispettore Gigliotti Marco della Polizia Postale
di Roma.
L’uomo è il promotore, l’organizzatore e il capo di una associazione a
delinquere, radicata a Torino/Vercelli, composta da 21 elementi, con ruoli e
compiti ben definiti, che opera estorsioni e truffe in tutto il nord Italia.
Il
modus operandi della banda criminale consiste nel contattare gli inserzionisti
dei più noti e utilizzati siti d’annunci commerciali e di incontri.
Attraverso
la captazione dei profili social e l’acquisizione di informazioni personali
degli inserzionisti la vittima viene contattata dal sedicente Ispettore
Gigliotti Marco della Polizia Postale di Roma, matricola ER432, e persuasa
dell’esistenza a suo carico di una denuncia/querela che potrebbe ritorcersi
sulla vita privata/lavorativa/professionale dell’inserzionista.
Il truffatore,
che fa largo uso di terminologie in uso alle forze dell’ordine, una volta
conquistata la fiducia della vittima, rappresenta la possibilità che
l’inesistente azione penale possa venire archiviata con il pagamento di una di
multa che, sovente avviene tramite bonifici su PostPay ma, in caso di ingenti
somme, che arrivano anche ai 20.000,00 euro, avviene in contanti.
Il movimento,
virtuale, del denaro sulle PostPay e sui conti correnti on line è vorticoso e
frenetico al fine di far perdere le tracce dei pagamenti da parte delle
vittime. Spesso il denaro viene immediatamente utilizzato per l’acquisto
di piccole quantità di droga o auto di lusso. In questo caso viene
orchestrata una vera e propria messinscena con finte auto civetta della polizia
e finti equipaggi che, simulando un’attività investigativa a carico della
vittima, si fanno consegnare denaro, in contanti, in buste sigillate destinate
al pagamento delle sanzioni inesistenti.
La raccolta di elementi di riscontro,
effettuata in 4 mesi di intercettazioni e riscontri documentali, fa emergere
un’imponente numero di vittime, circa 600 quelle contattate dall’associazione,
che opera con estreme spregiudicatezza. In 45 casi, documentati, i malviventi
riescono nel loro intento intascando uno o più pagamenti. Le vittime vengono
letteralmente dissanguate una volta che si rendono disponibili al primo
pagamento, con pressanti e reiterate richieste di denaro. Non è possibile
stimare quante siano state le vittime della banda che si avvaleva di
innumerevoli utenze telefoniche non direttamente riconducibili agli associati.
In numerosi casi il
tempestivo intervento dei Carabinieri è stato risolutivo.
Una giovane donna,
alla quale era stato contestato il banale annuncio postato per la vendita di un
cucciolo, intenta ad effettuare il bonifico di denaro allo sportello bancario, viene
bloccata dai militari dell’Arma, in uniforme e con vettura con i colori
d’istituto, che la informano di essere stata oggetto di un raggiro da parte di
truffatori.
In lacrime e ancora incredula per l’accaduto, viene accompagnata in
caserma per formalizzare la denuncia. Si è rivelato estremamente difficoltoso
per gli investigatori seguire le numerose scorribande dei malfattori che
spostandosi da Torino, anche per centinaia di chilometri, imperversavano in
tutto il nord Italia, ovunque trovassero delle vittime pronte a pagare quanto
richiesto.