Viotti come Marco Polo, alla scoperta del Celeste Impero from Guido Gabotto on Vimeo.
Abbiamo già anticipato nel
nostro servizio di questa notte (tra 19 e 20 ottobre) che la 70.ma edizione del Concorso Viotti illustra due primati.
Il primo: da quest’anno il Concorso concepito da Joseph Robbone diventa
ufficialmente l’evento più “longevo” nel panorama mondiale dei concorsi di
musica.
Settanta edizioni ininterrotte non le
ha nessuno.
Il secondo è un fatto tutto sommato atteso e prevedibile.
Per la prima volta il premio è
assegnato ad un concorrente cinese.
Il giovanissimo Zyiu Liu, 21 anni,
risiede a Pechino con la famiglia, anche se studia ormai da qualche anno ad
Hannover.
Domani sera, lunedì, potremo sentirlo
ancora esibirsi a Casale Monferrato, all’Accademia Filarmonica.
Perché il fatto è prevedibile?
Anche per una ragione statistica:
mentre noi siamo qui a scrivere, in Cina almeno 5 milioni di bambini stanno
studiando pianoforte.
Sono numeri che parlano da soli e, del
resto, si esprimono con una evidenza plastica: quest’anno due finalisti su tre erano
cinesi.
Anche questa è globalizzazione, e non
si può che compiacersi se il mondo è riunito in una grande, fraterna, catena d’unione,
sempre più salda, capace mettere in comunicazione i valori della cultura.
Più c’è cultura, meno si rischiano le
barbarie e le guerre.
Benvenuti, dunque, questi piccoli geni
che a 21 anni ti lasciano a bocca aperta per come trattano con familiarità un
pianoforte a coda: strumento che nell’immaginario forse associamo con
naturalezza inconsapevole, per esempio, al volto compassato di Arthur
Rubinstein, oppure di Maurizio Pollini.
Ora vi lasciamo con il filmato di
oltre tre quarti d’ora che riprende ampi stralci delle tre prove sostenute da Yilan
Zaho, l’artista 24enne anch’ella cinese.
Poi Zyiu ed, infine, il coreano 29
enne (il più “vecchio”) Hans H. Suh, che si è aggiudicato il premio del
pubblico.
La sua esecuzione del primo Concerto
in do minore di Brahms è stata superlativa, ma – ci permettiamo un’impressione
da profani – è stata la scelta dell’opera da portare in finale a penalizzare,
come con un handicap, il confronto.
Nel filmato il Lettore troverà anche le
interviste condotte in “tandem” con Enrico De Maria.
Come abbiamo fatto già due anni orsono,
con l’ultima Sezione di Pianoforte, mentre la Giuria internazionale era al
lavoro, abbiamo ingannato l’attesa per il verdetto ascoltando il parere di
alcuni “sapientoni” vercellesi, che si sono prestati a formulare
un pronostico.
Li ringraziamo per la simpatia e perché
sono stati volentieri al gioco: non sarebbe stato facile per nessuno orientarsi
e dire quale, tra i tre talenti, sembrasse primeggiare.
Viotti come Marco Polo, alla scoperta del Celeste Impero from Guido Gabotto on Vimeo.
Poi la gallery.
Grazie ancora a tutti coloro che ci
hanno permesso di realizzare questo lavoro ( a cominciare dalla Società del
Quartetto e poi Paolo Pomati ed Enrico De Maria ), che volentieri offriamo
come nostro modesto contributo per la valorizzazione ulteriore di una delle
cose più preziose di Vercelli.